Pubblicazioni del 04/12/15 (Archivio)

In Kyrgyzstan, ritorna la giustizia sommaria / L'inazione della polizia costringe le persone a proteggere la propria sicurezza
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In Kyrgyzstan, ritorna la giustizia sommaria L'inazione della polizia costringe le persone a proteggere la propria sicurezza

In Kyrgyzstan sempre più spesso gruppi sociali professionisti della giustizia sommaria stanno sostituendo gli organi legali incaricati di far applicare la legge. L'inazione della polizia, la corruzione nel Governo e l'aumento degli immigrati costringono i residenti locali ad agire in maniera autonoma.

Risale a 20 anni fa il primo episodio di giustizia sommaria amministrata dai cittadini. In uno dei villaggi della regione di Talas gli abitanti hanno applicato l'antica punizione «taš baran». Hanno legato ad un palo e lapidato un delinquente che terrorizzava gli imprenditori locali. Episodi di linciaggio si verificano anche ora nel Kyrgyzstan, quest'anno gli abitanti di un villaggio hanno giustiziato uno stupratore, dopo che i ripetuti appelli alle forze dell'ordine non avevano dato alcun risultato.

Secondo NDNews, l'evolversi di questa tendenza ha portato alla creazione di particolari associazioni di cittadini. Così a Bishkek opera il "Čoroloru kirghiso», colloquialmente chiamato "Kirk Čoro» – «Quaranta cavalieri». Il gruppo conduce raid nei locali di intrattenimento della capitale, al fine di identificare gli immigrati clandestini, così come di combattere la prostituzione.

Un raid degli attivisti ha fatto scoppiare lo scandalo nel club di karaoke «Taatan», dove giovani kyrgyze offrono servizi sessuali a uomini d'affari cinesi. Il proprietario del locale era indagato per lo sfruttamento della prostituzione e gestione di una casa di appuntamenti clandestina e, anche se dovesse essere deportato o arrestato, lo hanno trovato in una casa chiusa di Bishkek. Tuttavia, poiché gli attivisti di «Kirk Čoro» non erano accompagnati da poliziotti, l'uomo non è stato arrestato. Inoltre, alcuni clienti del club hanno riferito che erano stati rubati loro i cellulari e il denaro. Così i tre «cavalieri» del raid sono stati accusati di furto e sono andati a finire sotto l'inchiesta penale.

Gli stessi attivisti sostengono di lavorare con il consenso del Ministero dell'Interno, del Comitato per la sicurezza nazionale e dell'Ufficio del Procuratore generale. La polizia non ha confermato questa informazione, pur tuttavia riconoscendo di essere ogni volta informata da «Kirk Čoro» del prossimo raid. «Abbiamo detto loro che le loro azioni sono illegali. Io personalmente li ho chiamati e ho spiegato loro. Ho detto che dobbiamo dimostrare che si tratti di un bordello prima di procedere. Ma hanno risposto con un out-out e se ne sono andati» ha detto il Ministro dell'Interno kyrgyzo Salamat Adylov.

Gli attivisti spiegano che l'emergere di movimenti come "Kirk Čoro» è dovuto all'inazione delle autorità. Secondo un rappresentante dell'associazione pubblica, le autorità non stanno lavorando per inasprire le leggi sull'immigrazione, così i cittadini sono costretti a prendere la giustizia nelle proprie mani. Gli attivisti vedono una minaccia per il Kyrgyzstan, dove, secondo varie fonti, vi sono circa 200.000 immigrati clandestini. I funzionari, inoltre, non hanno in alcun modo reagito e per fermare un tale movimento sono necessarie riforme legislative e punizioni per l'inazione delle forze dell'ordine.

Nonostante il fatto che la società kyrgyza sia per lo più rappresentata da musulmani (80%) e da persone perbene, la prostituzione nel paese è in piena espansione. Purtroppo, non si hanno informazioni di quante siano le lavoratrici nel mercato del sesso così come in Kyrgyzstan a tutt'oggi non è vietato dalla legge fornire prestazioni sessuali. Il rapporto tra lo Stato e le prostitute oggi è solo indirettamente disciplinato dagli articoli 260 e 261 del Codice Penale come «induzione e favoreggiamento della prostituzione» e «organizzazione o gestione di locali per l'esercizio della prostituzione». Secondo le ultime stime, calcolate nei primi mesi del 2013 dal fondo internazionale, in Kyrgyzstan circa 7.500 ragazze sarebbero coinvolte nella prostituzione.

Per quanto riguarda i prezzi, ce n'è per ogni gusto e tasca. Vi sono le lucciole lungo le strade, i cui servizi in media valgono dai 5 euro in su, a seconda dei desideri del cliente. Naturalmente, alcuni non sono inclusi nella lista «all inclusive» e richiedono spese aggiuntive. Per coloro che sono più esigenti, è tutto molto semplice, poiché possono usufruire di bordelli di lusso camuffati da centri erotici specializzati, che offrono un'ampia scelta di ragazze. Nonostante il fatto che i bordelli siano illegali nel paese, per un turista sessuale non sarà difficile trovarli. Informazioni si trovano su giornali, riviste e in rete. Un'ora con una ragazza in condizioni confortevoli costerà a partire da 25 euro.

Se un cliente è esigente, ma diffidente, può facilmente trovare una ragazza per il suo gusto e con foto in siti specializzati in rete. Le foto delle ragazze sono accompagnate da un numero telefonico e tariffa oraria esposta in valuta locale. In media, un'ora di compagnia di queste VIP-escort costa sui 40 euro.

In Kyrgyzstan non sono ancora stati legalizzati i redditi occulti dell'industria del sesso. E' il tema ricorrente di dibattito all'interno della società kyrgyza, ma si limita però a discussione. I promotori della regolarizzazione della prostituzione sostengono che ciò può risolvere due problemi: rimpinguare le casse dello stato e prevenire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, facendo fare alle lavoratrici del sesso esami ginecologici tempestivi. In pratica, trasformare Kyrgyzstan in Olanda in miniatura.

Gli oppositori ritengono che ciò sia immorale. Legalizzare la prostituzione in Kyrgyzstan significa legittimare violenza sessuale. Finora è stato più facile per la società chiudere gli occhi, piuttosto che ammettere il fatto che le prostitute si sentano tranquille e, in aggiunta, siano sotto il controllo costante delle forze dell'ordine. I funzionari del Ministero dell'Interno sono stati più volte accusati di agire come protettori della lucciole. Il capo del governo, ad esempio, disse in questo proposito nel 2013: «I poliziotti agiscono come protettori delle prostitute e organizzano per loro i turni di «volontariato» non remunerati a proprio beneficio. E la gente lo sa».

Bishkek, Zoja Oskolkova e Maria Indina

© 2015, «New Day – Italia»

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