«Non partite». Quattro milioni di cittadini hanno ricevuto questa raccomandazione mentre gli altri si lamentano per il rublo debole e la mancanza di voli charter negli aeroporti locali. Risultato: ad aprile 135 mila russi hanno rinunciato alle vacanze all'estero e, secondo le stime, verso l'autunno il numero aumenterà di dieci volte.
L'anno scorso, nel periodo aprile-ottobre, oltre 3 milioni di persone sono partite dalla Russia per visitare le più popolari mete turistiche come la Spagna, l'Italia e la Grecia. Quest'anno il loro flusso è diminuito di circa 400 mila persone in ogni direzione, scrive RBC (RosBusinessConsulting) facendo riferimento ai dati di uno dei più grandi operatori turistici russi «TEZ Tour».
Il calo delle partenze verso le destinazioni europee è confermato anche da un altro vettore russo, «Natalie–Tours». L'azienda ha, infatti, rinunciato ai voli diretti verso la Spagna dalle regioni di Novosibirsk, Arkhangelsk, Belgorod e Voronezh. Le previsioni parlano di una diminuzione del turismo organizzato pari al 25%.
E il trend a non partire oltre confine è confermato anche dai dati sui charter: dal novembre 2013 al maggio 2014 sono state presentate le richieste di circa 587 voli a settimana durante la stagione estiva, mentre nello stesso periodo dell'anno successivo, il numero delle richieste era sceso a 357.
Si tratta di una tendenza che ha influenzato le prestazioni degli aeroporti. Secondo l'Agenzia federale dei trasporti aerei (Rosaviazia), solo ad aprile, all'inizio della stagione estiva, il numero dei voli charter internazionali sulla linea area di Mosca era drasticamente diminuito, passando da 6.400 ai 5.103. Calato anche il flusso totale dei passeggeri sui voli internazionali.
Di una flessione della richiesta di vacanze all'estero gli operatori turistici parlano già dall'inizio del 2014. Secondo loro, sono i fallimenti a catena delle agenzie di viaggio sul mercato russo, avvenuto l'estate scorsa. Ma i dati suggeriscono il contrario: nell'anno passato i russi hanno viaggiato di più all'estero, ma al posto delle destinazioni europee hanno scelto come mete come Egitto e Turchia.
Occorre ricordare che i russi sono penalizzati dalla situazione politica attuale e dal fatto che ad alcuni è vietato entrare nel territorio dell'UE. Dei 18 milioni di potenziali turisti, circa 4 milioni non possono viaggiare all'estero a causa delle raccomandazioni delle autorità. Parliamo di militari, dipendenti delle agenzie di sicurezza e dei componenti delle loro famiglie.
Un altro fattore importante che favorisce la riduzione del flusso turistico in Europa è la svalutazione del rublo. Prima di Capodanno, un euro valeva 80 rubli e nell'autunno del 2014 «soltanto» 50: un dato decisamente inatteso. Tuttavia, in primavera il suo corso di cambio, rispetto alla valuta europea, è risalito a 55 e gli operatori turistici si aspettano una lieve ripartenza della richiesta di viaggi verso l'Europa.
Mosca, Zoja Oskolkova
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