Business di passaporti. Gli ucraini che vanno a vivere all'estero hanno cominciato a vendere i loro documenti. Su Internet sono apparsi tantissimi annunci: oltre ai passaporti, certificati di nascita e codici fiscali. Si tratta di un mercato rivolto principalmente a truffatori e malviventi.
In base a quanto riferisce il portale ucraino «Vesti», nelle reti sociali gli ucraini pubblicano gli annunci di questo tipo: «Causa trasferimento all'estero vendo passaporto ucraino. Il passaporto è pulito. Senza pendenze economiche. Verificato in tutte le banche dati».
L'autore di uno di questi annunci spiega che andrà a vivere in Germania e – dunque – il passaporto ucraino a lui ora non serve più: «Posso vendere il passaporto per 1000 dollari, se serve anche il codice fiscale per altri 500. Non mi importa per quale scopo lo acquistino, in ogni caso posso semplicemente dire che l'ho perso», ha spiegato l'ucraino.
Da sottolineare che oltre al passaporto sono disponibili per l'acquisto anche altri documenti: diploma di maturità, laurea universitaria, certificato di nascita. E ci sono anche prezzi per vari pacchetti e per una nuova identità si arrivano a spendere 2.200 dollari!
Gli avvocati spiegano che si tratta di un mercato rivolto ai truffatori e alle persone che hanno commesso un reato. Non ha dubbi il legale Rostislav Kravets: «L'interessato potrebbe una persona cui è stato vietato viaggiare all'estero o che vuole nascondersi dalla giustizia Ucraina».
Per i difensori dei diritti umani, la cerchia di persone interessate è ampia: da coloro che registrano le imprese che avranno vita breve (attraverso le quali poi incassano i soldi), a quelli che vendono merce rubata al monte dei pegni, fino ai grandi truffatori e perfino agli assassini.
Gli ucraini hanno cominciato a lasciare il Paese dopo l'inizio del conflitto nel Sud-Est ed in previsione dell'annunciata mobilitazione. Secondo l'ONU, nelle ultime due settimane, 23 mila di cittadini sono emigrati dall'Ucraina. In totale, dall'inizio della guerra, quasi un milione ha chiesto rifugio in altri Paesi.
Kiev, Zoja Oskolkova
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