Il Ministero della Giustizia russo ha approvato il nuovo regolamento interno per gli istituti di espiazione della pena. Ora ai prigionieri è ufficialmente proibito non solo l'uso delle ingiurie e delle bestemmie, ma anche parlare in gergo della malavita.
Va notato che in Russia esiste il cosiddetto «fenya» (il gergo della malavita). Dalla lingua letteraria russa «fenya» si distingue così tanto, che per una persona normale è difficile capire di che cosa si tratta. Anche la frase «botat' po fene» (cioè, parlare in gergo della mala), per non addetti ai lavori sembra del tutto incomprensibile. Tuttavia, i criminali si capiscono molto bene, e «fenya» permette loro di comunicare apertamente l'uno con l'altro, senza timore che persone circostanti colgano i dettagli della loro conversazione.
Secondo il decreto del Ministro, ora agli arrestati è vietato usare durante le conversazioni con altre persone «parole oscene, minacciose, offensive o diffamatorie e il gergo».
Inoltre, sono stati imposti altri divieti. Per esempio, un detenuto non può ora consegnare a un altro detenuto i propri effetti personali. Per di più, è vietato acquistarli o prenderli in prestito. É proibito anche assumere i farmaci non prescritti dal medico locale.
In compenso, il nuovo regolamento prevede alcuni ammorbidimenti del regime carcerario. In particolare, ora ai detenuti è consentito avere bollitori elettrici, crema da barba e gel doccia. D'ora in poi sarà anche possibile utilizzare i dispositivi elettronici, tuttavia, senza l'accesso ad Internet, senza supporti rimovibili e senza la possibilità di fare video e foto.
Mosca, Ekaterina Rudnik
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