Il mercato di schiavi e sacrifici umani, battaglie di gladiatori e guerre contro barbari, il Trionfo e le danze – a Mosca i migliori ricostruttori provenienti da tutto il mondo hanno riprodotto l'Antica Roma in tutto il suo splendore. Agli spettatori hanno mostrato non solo la Città Eterna, ma anche le più lontane province dell'Impero, così come i suoi vicini guerrieri.
Arti e mestieri, musica e cucina, giochi di società e gare, sacrifici e tribunali, dibattiti politici e liturgie, ma prima di tutto le battaglie! Tutti questi e molti altri aspetti della vita delle etnie che popolavano le distese infinite dell'Antica Roma più di 2000 anni fa si sono rispecchiati nel festival.
La zona centrale è diventata un campo militare romano. L'addestramento militare, la punizioni dei colpevoli, la costruzione delle fortificazioni, il rattoppo del corredo militare, la cucina da campo – tutto è stato riprodotto fedelmente dai ricostruttori professionisti. Le legioni d'acciaio sono state composte da commilitoni provenienti dall'Italia e dalla Francia, dalla Grecia, Romania, Russia e Bielorussia. Per coordinare le manovre della compagnia cosi variegata ci è voluta la lingua latina, utilizzata dagli ufficiali per emanare gli ordini.
Poi il campo è stato attaccato dai Celti. E 'stata la ricostruzione della leggendaria rivolta di Boudicca – la moglie di Prasutago, re della tribù celtica degli Iceni. Le tribù, spinte dal desiderio di libertà, hanno battuto un piccolo distaccamento dei Romani. Ispirati dalla vittoria e credendo fermamente di essere protetti dagli dei, hanno preso d'assalto il campo. Mentre una parte dei legionari combatteva ferocemente contro gli intrusi, un altro distaccamento ha aggirato i Celti. La tattica e la disciplina hanno vinto la follia dei coraggiosi.
Accanto al campo militare si estende Foro – il centro della vita politica e culturale della Città Eterna. Qui, ai piedi del templi di Marte e Vesta la vita ferve. Nelle botteghe non si limitano alla vendita di carne, frutta, gioielli, erbe, prodotti artigianali, ma non disdegnano di fare il commercio degli esseri umani. Il mercato degli schiavi attrae il maggior numero di persone! Qui c'è anche la scuola di gladiatori per gli schiavi più robusti.
Le vestali bruciano l'incenso alla gloria della dea del focolare domestico. Al servizio alla dea sono state destinate esclusivamente le ragazze delle famiglie più nobili, senza difetti fisici e passavano nei templi quasi 30 anni della loro vita.
Le vestali erano le donne molto rispettate e potenti. Ma anche loro non erano onnipotenti. Per violazione del voto di castità erano punibili con la pena di morte. Era considerato un grande dolore per tutta la Roma. In quei giorni veniva proclamato il lutto cittadino. Per una vestale colpevole scavavano una tomba, le davano l'olio e il latte, e poi la sotterravano viva.
I partecipanti sono stati veramente stupiti dalla portata russa dell'evento. Ad esempio, dalla Grecia a Mosca hanno portato non solo le botteghe artigiane, ma addirittura le colonne autentiche per rendere ancor piu realismo all'evento.
Nel villaggio dei Celti (in questo caso dei Galli) allo stesso scopo, invece di colonne hanno usato le lance con teste infilzate dei Romani. Nemici venivano sacrificati in onore degli dei, e strologavano sui loro corpi contorti nell'agonia della morte, decidendo, per esempio, se andare in guerra o meno.
Nel vicino borgo germanico i guerrieri si preparano per una sortita. Un esponente della tribù Chatti, imbellettato con carbone e sangue, non ha paura dei «romani vigliacchi» e, pregustando la battaglia, sta carezzando leggermente una mazza enorme. A favore o contro una guerra decidono i sacerdoti nel bosco sacro. In attesa della volontà degli dèi alcuni lanciano verrette e accette, mentre gli altri giocano con azzardo a dadi.
L'evento principale del festival è il Trionfo. Si ritiene, che il primo trionfatore fu il leggendario Romolo, quando la città fondata da lui era ancora un piccolo villaggio. Ogni trionfo (in tutta la storia c'erano in totale 350 trionfi) diventava un vero e proprio evento nella vita di un'intera generazione.
L'evento si apriva con l'apparizione delle vestali nell'arena. Poi sul campo portavano le oche – gli uccelli che secondo la leggenda hanno salvato Roma: la notte dell'invasione hanno cominciato a starnazzare rumorosamente e così hanno avvertito la città addormentata dell'arrivo dei nemici. I littori con fasci in mano annunciano l'apparizione del coronato di gloria condottiero. «Io Triumphe!» – grida apparso sul stallone nero il generale con una corona di alloro in mano. Le ballerine gettano petali di rose rosse e bianche. Questi fiori è uno dei simboli di Roma.
Infine, in un carro trainato da quattro cavalli bianchi apparisce il trionfatore. Ave! – lo saluta la folla. Ma lui è qui non solo per crogiolarsi nella gloria, ma anche per mostrare a tutti quanti i frutti della sua vittoria.
Nell'arena portano un carro carico di oro e altri trofei: bestiame, vino, olio, leopardo catturato in una gabbia, le armi dei vinti e, naturalmente, i nemici battuti. Il condottiero dei barbari viene portato in un carro, incatenato alla gogna. E' seguito dai suoi familiari e sudditi ammanettati, che camminano. Guai ai vinti!
Il culmine del Trionfo fu il sacrificio di tori bianchi sui gradini del tempio di Giove Capitolino. All'epoca nostra bisogna limitarsi all'accensione di incenso. Nell'arena appaiono i cesti con il pane che viene distribuito al pubblico.
In particolare, per dare l'ultimo ritocco al Trionfo a Mosca sono arrivati i cavalieri dai Paesi Bassi in completa uniforme romana. È la ricostruzione di altissimo livello, perche i romani non conoscevano la staffa.
La sfida hanno accettato i ricostruttori russi. Anche se non potevano vantarsi di corazza sciccosa, hanno superato gli ospiti in abilità e destrezza. La gara è iniziata con un gioco tattico: i cavalieri gettavano le freccette di addestramento (lance non troppo grosse). Senza la staffa non è stato possibile lanciare una lunga lancia e rimanere in sella.
I cavalieri olandesi sono una squadra ben ordinata, per questo sono stati in grado di dimostrare la capacità di attaccare il nemico tutti i quattro insieme. I ricostruttori russi erano migliori nelle competizioni individuali. Ma le guerre Roma le ha vinte grazie alla disciplina e alle manovre perfezionate. Quello che ci hanno mostrato in modo visibile i legionari, l'aver messo in rotta i Celti insorti.
Il festival «Tempi ed epoche. Roma» ha superato tutte le aspettative. Chi è stato fortunato di vedere il trionfo, sicuramente ancora per lungo tempo racconterà ai propri amici e figli di questo evento.
Fonte: Ridus.ru
Mosca, Zoja Oskolkova
© 2015, «New Day – Italia»