Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un documento relativo alle modifiche da apportare alla legge federale «Sul contrasto all'estremismo», secondo la quale le sacre scritture non possono essere considerate estremiste.
«Bibbia, Corano, Tanah e Canone Tibetano, il loro contenuto ed eventuali citazioni di questi testi non possono essere riconosciuti come materiali estremisti» – si legge nel documento.
La ragione di tale decisione è stata un caso di riconoscimento del libro «La preghiera a Dio, il suo significato e il suo posto nell'Islam» come materiale a contenuto estremista. In precedenza, il tribunale di Južno-Sachalinsk ha ritenuto che alcuni versetti (capitoli) e citazioni del Corano, pubblicati nel libro, mettessero l'opera fuori legge.
La decisione del giudice ha fatto molto indignare i musulmani russi, e, in particolare, il capo della Repubblica della Cecenia, Ramzan Kadyrov, noto come difensore zelante della cultura e delle tradizioni islamiche. Il leader ceceno, con l'appoggio dei deputati della Duma di Stato della Federazione Russa, ha presentato il ricorso contro tale decisione presso la Corte Suprema, che è stato accolto.
C'è da aggiungere che la Costituzione russa stabilisce che a ciascuno è garantita la libertà di coscienza, la libertà di professione religiosa, compreso il diritto di professare, individualmente o in comune con altri, qualsiasi religione o di non professarne alcuna. Inoltre, in Russia è in vigore la legge «Sulla libertà di coscienza e sulle associazioni religiose». Secondo il preambolo dell'atto legislativo, proprio il cristianesimo, l'islam, l'ebraismo e il buddismo costituiscono una parte integrante del patrimonio storico dei popoli della Russia.
Mosca, Zoja Oskolkova
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