Nella Crimea è in corso il rinnovo della registrazione delle comunità religiose in conformità alla legislazione della Federazione Russa che regolamenta la libertà di culto. Le difficoltà di carattere burocratico – amministrativo, come fa notare il quotidiano russo «Nezavisimaya Gazeta», sono sorte a causa delle lacune nella legislazione dell'Ucraina nella materia religiosa, in seguito alle quali molte comunità religiose non sono state registrate nella penisola e, dopo il passaggio del territorio sotto la giurisdizione russa, risultavano formalmente inesistenti.
Difficoltà di natura giuridica riguardante la registrazione ora stanno sperimentando una quindicina di parrocchie cattoliche sparse per la Crimea. E' stata la parrocchia di San Clemente a Sebastopoli a intraprendere un tentativo di ottenere la registrazione presso la pubblica amministrazione locale.
Crimea clero cattolico 3 febbraio-2015 al centro arcivescovo Jacek Pyl
Tuttavia sono sorti dei problemi legati alle particolarità della giurisdizione cattolica nei nuovi soggetti (n.d.a. Repubblica della Crimea e Sebastopoli – città con statuto federale). Nel periodo della giurisdizione ucraina le parrocchie cattoliche locali appartenevano alla diocesi di Odessa-Simferopol con la curia a Odessa, la quale, a sua volta, faceva parte della Conferenza Episcopale Ucraina.
Ultimamente alcuni alti esponenti del clero cattolico stanno cercando di convincere le autorità russe che il Vaticano ha già intrapreso qualche passo concreto per cambiare la giurisdizione ecclesiale della penisola di Crimea volto a sottrarla alla giurisdizione dell'Ucraina, portandola sotto la giurisdizione russa.
Crimea monsignor Jacek Pyl celebra messa a Evpatoria
Monsignore Jacek Pyl,vicario della Repubblica di Crimea e di Sebastopoli, città con statuto federale, nominato dal Vaticano per volere del Papa Francesco, in un'intervista concessa a Sibcatholic.ru, ha messo in rilievo che la sua nomina è stata seguito di una accordo tra il Vaticano e la Federazione Russa. Secondo il prelato il prossimo passo sarà la registrazione di singole parrocchie in conformità alla legislazione russa e la loro successiva unificazione in un'organizzazione centralizzata che avrà lo statuto di una diocesi autonoma o esarcato. A quel punto l'ipotizzabile esarcato cattolico della Crimea potrebbe essere sottoposto al governo diretto di Papa Francesco.
Per il momento le proposte fatte dal Vaticano alle autorità russe non sono state formalizzate, ma le diplomazie sono al lavoro e sono fiduciose di raggiungere un compromesso soddisfacente per ambedue le parti.
Secondo quanto riferito dal monsignor Jacek Pyl che ha incontrato il presidente della Repubblica di Crimea Serghei Aksionov, le autorità regionali favoriscono la registrazione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana in conformità alla legislazione della Federazione Russa in materia religiosa.
Le cose risultano invece molto più complicate per quanto riguarda la registrazione della chiesa greco-cattolica ucraina (n.d.a. cattolici di rito orientale) poichè, secondo monsignore Jacek Pyl, «i cattolici romani sono ufficialmente registrati in Russia e tutto fila liscio, mentre i greco-cattolici si sono troppo esposti su Maidan e in tutta questa situazione, come ritengono loro, del conflitto con la Russia».
Secondo le stime del prelato, in Crimea ci sono circa mille fedeli cattolici e dopo l'unificazione della Crimea alla Russia il loro numero è rimasto invariato.
Crimea chiesa cattolica a Kerc
Alcuni se ne sono andati, ma sono stati sostituiti da cattolici russi venuti dalla madre-patria, da profughi provenienti da Donbass, ma anche da cittadini ucraini provenienti da diverse zone dell'Ucraina, venuti per motivi di lavoro in Crimea.
Crimea, Vsevolod Gnetii
© 2015, «New Day – Italia»