Presso l'Istituto Statale di Lingua Russa «A.S. Puškin» si tengono i corsi estivi della lingua russa per stranieri, diventati ormai una tradizione consolidata. In tre mesi ai corsi si sono iscritti oltre 500 studenti provenienti da tutto il mondo.
Il corso standard ha la durata di quattro settimane. Oltre alla formazione di base qui si svolgono anche i seminari specializzati su varie tematiche. Cucina, arte russa, visione e discussione dei film russi, classi di danza e del canto russi. Così agli stranieri instillano l'amore per la Russia. In uno dei centri della capitale a loro insegnano la lingua russa e di come fare i bliny (frittelle russe ossia crêpes).
Qui vengono studenti provenienti da Italia, Olanda, Gran Bretagna, Polonia, Turchia, Serbia, Tailandia, Francia e dagli altri paesi del mondo, da tutti i cinque continenti. «Quest'anno nasce la tradizione unica – venire qua con tutta la famiglia, per esempio, dalla Francia o dall'Italia, per imparare il russo» – ha detto il rettore dell'istituto.
Un ragazzo di 14 anni di nazionalità cinese e uno spagnolo, molto pittoresco, di nome Eduardo, stanno insieme al banco. Quest'ultimo, all'età di 70 anni, è diventato studente per la sesta volta. Anche la ragazza polacca Manja Grabowska non è principiante ai corsi estivi. Quest'anno ha deciso di partecipare alla maratona di poesia.
La parte più squisita degli studi è l'introduzione alla cucina russa. Gli studenti completano il proprio lessico attivo mentre preparano i piatti tipici russi – sci, boršč, bliny. Gli chef di fresca nomina fanno a turno ai fornelli. Cercano di versare bene l'impasto ed eseguire il rituale sacro di bliny.
«In Italia non ci sono i bliny, ma ci sono crêpes francesi. Sono molto simili a quelli russi, però sono sempre diversi. Certo, immaginavo come potrebbero essere, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo gusto particolare» – ha detto una studentessa proveniente dall'Italia Alice Cox.
Il loro programma di studi è da fare invidia a qualsiasi turista. Assaggiare le leccornie fatte da sé e poi andare a visitare la città oppure un museo.
Mosca, Ekaterina Rudnik
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