Il presidente russo Vladimir Putin ha apportato modifiche al suo decreto sulla riabilitazione degli italiani della Crimea, mantenendo la sua promessa fatta venerdì scorso. Queste informazioni sono state pubblicate sul sito ufficiale del Cremlino.
«Vorrei informarvi che questa mattina ho firmato le modifiche al decreto sulla riabilitazione dei popoli repressi, inserendovi anche gli italiani, che vivono qui (in Crimea)» – ha detto Putin ai giornalisti.
«Vladimir Putin ha firmato il decreto «Sulle modifiche al decreto del Presidente della Federazione Russa del 21 aprile 2014, n. 268, «Sulle misure per la riabilitazione degli armeni, bulgari, greci, tartari della Crimea, tedeschi e sul sostegno statale per il loro rilancio e sviluppo» – è sottolineato sul portale ufficiale del Cremlino.
Nel testo del decreto nei paragrafi, dove sono menzionati i popoli da riabilitare, che possono contare sul sostegno dello Stato, sono stati inclusi anche gli italiani.
In precedenza, il presidente della Federazione Russa, riferendosi alla sua visita in Crimea, ha detto di voler incontrare la comunità italiana. Ha ricordato che il giorno prima all'incontro con i rappresentanti della comunità italiana è stata sollevata la questione dell'assenza degli italiani nel decreto sulla riabilitazione dei popoli. «Non sono inclusi, dimenticati, nonostante il fatto che gli altri popoli: tartari di Crimea, armeni, bulgari sono menzionati lì. Ho promesso che avremmo corretto il decreto» – ha sottolineato Putin.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la deportazione forzata dalla Crimea per il sospetto o l'accusa di alto tradimento hanno subito i rappresentanti di 20 nazionalità, tra cui greci, armeni, tedeschi, bulgari, italiani. Più colpiti sono stati i tartari della Crimea – dal 18 al 20 maggio del 1944 dalla penisola erano deportate oltre 183 mila persone. La maggior parte di loro è finita in Uzbekistan, così come nelle zone adiacenti al Kazakistan e Tagikistan.
Mosca, Tatiana Ilyina
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