Fabio Capello, CT della Nazionale russa, rimarrà nel Paese fino a quando previsto dal contratto di ingaggio. È quindi intenzionato, come ha dato ad intendere, a proseguire l'attività di commissario tecnico, nonostante sia previsto, per lui, l'incarico di Presidente di Federcalcio; carica amministrativa che Capello, per ora, non sembra intenzionato a ricoprire abbandonando prematuramente la Nazionale russa, con cui lavorerà, da contratto, ancora per quattro anni.
L'allenatore ha inoltre smentito le voci che lo vorrebbero ancora una volta trainer della Roma, squadra nella quale ha ricoperto questo ruolo dal 1999 al 2004: «Sono stato nella Roma per cinque stagioni e so quanto sia difficile vincere il campionato con questo club. La Roma ha una tifoseria meravigliosa, a cui, però, basta poco per passare dall'ammirazione nei tuoi confronti al gettarti fango addosso», ha dichiarato.
Va rilevato che il CT onora diligentemente tutte le clausole del contratto, nonostante le voci sulla mancata corresponsione dello stipendio. I media russi avevano parlato di un debito della Federazione Calcistica della Russia (RSF) nei confronti di Capello ammontante a ben 2,4 milioni di euro, e per di più il contratto prevede una pena pecuniaria per l'interruzione anticipata della collaborazione di trenta milioni. L'uomo d'affari Ališer Usmatov si era proposto di concedere un credito alla RSF per permetterle così di saldare il conto con Capello. L'uomo ritiene vergognosa la situazione che si è venuta a creare e ha espresso riserve sulla competenza del presidente della RSF Nikolaj Tolstych. In seguito il figlio dell'allenatore, che è anche il suo agente, ha dichiarato che la RSF viene meno alle condizioni che regolano il pagamento dello stipendio adducendo come pretesto il cambiamento del rapporto rublo-euro. Dal canto suo, la RSF si è rifiutata di commentare le accuse rivoltele non avendo chiaro, ha dichiarato, il senso di queste rimostranze.
Mosca, Chiara Caccialanza, Zoja Oskolkova
© 2015, «New Day – Italia»