Il popolo della rete ha sporto reclami alle autorità municipali di Mosca sul conto della direzione di un narghilé bar del posto, lamentando il presunto maltrattamento di una leoncina. I denuncianti hanno visto in rete delle foto di una leoncina con il narghilè. Gli animalisti si sono rivolti alla polizia, temendo che si trattasse di un cosiddetto specchietto per le allodole, ossia un'esca viva per attirare il maggior numero possibile di clienti. In questi casi gli animali vengono imbottiti di sedativi tranquillanti, non sono sottoposti ad alcun controllo veterinario e, inoltre, non sono nutriti come si deve.
I giornalisti dei mass media locali hanno deciso di visitare il locale per liberare il povero animale, ma hanno scoperto che, per fortuna, non era il caso. Il proprietario dell'esercizio commerciale nonché il padrone del cucciolo di leone, Edward, è stato molto disponibile al contatto con i giornalisti, mentre di solito nei casi del genere bisogna superare numerose barriere per poter girare un video all'interno del locale. La leoncina di tre mesi di nome Ljuma si sente a suo agio all'interno dell'esercizio commerciale in mezzo alla clientela.
Secondo quanto raccontato da Edward, uno degli zoo gli ha proposto di prendere in allevamento un cucciolo di leone fino al compimento di sei mesi d'età dell'animale. «Le abbiamo messo a disposizione un ambiente di lusso tutto suo, vive nella nostra casa di campagna, dove ha una voliera coperta con riscaldamento di 60 metri quadrati. Insomma, sta meglio di noi» – dice il proprietario del narghilè bar.
Secondo Edward, non se ne parla nemmeno di un'attrazione per la clientela. Solo che l'uomo trascorre mezza giornata al lavoro, e per non farla sentire sola a casa porta Ljuma con sé.
Inoltre, Ljuma viene visitata regolarmente da un medico veterinario personale, con una parcella di 500-600 euro, una spesa assai cospicua per il suo proprietario-allevatore provvisorio. Secondo il proprietario ad interim dell'animale esotico, era il suo sogno d'infanzia di allevare un cucciolo di leone. «Ho visitato gli Emirati Arabi Uniti diverse volte. Ho visto che lì cuccioli di leone vivono con la gente. Sono addomesticati. E mi è venuto un desiderio di allevare da solo un tale animale. Qualcuno aiuta i cani, i gatti. Io aiuto la leoncina» – ha detto Edward.
Trascorso il periodo di «stage» tra gli esseri umani, al compimento di sei mesi di età, la leoncina tornerà allo zoo.
Mosca, Zoja Oskolkova
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