Curiosa l'iniziativa dei deputati del parlamento russo, che hanno espresso l'intenzione di far redigere e pubblicare un'opera che raccolga le parole e le espressioni che costituiscono offesa della persona.
Il dizionario rappresenterà una sorta di bignami per i giudici russi che sono chiamati a dirimere cause intentate da chi ritiene di essere stato insultato. Secondo i deputati, la presenza di questo materiale di riferimento consentirà di risparmiare fondi nell'ambito del processo, poiché si eviterà di far eseguire onerose perizie linguistiche. Attualmente sono facilmente reperibili molti dizionari di questo genere nelle normali librerie, e spesso gli uomini di legge vi fanno ricorso, ma non ne esiste uno che sia approvato a livello accademico. Vista la ricchezza della lingua russa che si rispecchia anche nell'ambito degli epiteti offensivi, l'assenza di un ausilio di validità universalmente riconosciuta rende ulteriormente difficile il compito dei giudici, come scrivono le Izvestija, al punto che le sentenze, pronunciate dopo aver convocato costosi linguisti, si differenziano nettamente l'una dalle altre. Quindi, c'è chi si rivolge ai vari dizionari «delle parolacce» o «dell'ambiente criminale» e chi, per contro, si affida alla propria interpretazione personale dell'epiteto; questa disparità, unita all'impossibilità di rifarsi a dei parametri di riferimento comuni, porta spesso all'emissione di verdetti erronei.
Il dizionario che viene proposto di redigere racchiuderebbe quindi in sé diversi pregi: il suo formato elettronico permetterebbe di modificarlo costantemente, in virtù del fatto che molte espressioni, con il tempo, escono dall'uso mentre, di converso, ne compaiono velocemente di nuove, come, ad esempio, quelle prese in prestito da lingue straniere e quelle provenienti dal gergo dei carcerati che hanno successivamente trovato un'accezione più ampia. I deputati sono sicuri che questo elenco approvato a livello legislativo farà sì che i cittadini nutriranno una maggiore fiducia nei confronti del dibattimento processuale.
Non mancano, però, alcune giuste obiezioni degli esperti, che esprimono la loro perplessità riguardo alcune falle che il dizionario non riuscirebbe a colmare: innanzitutto, questo strumento di consultazione non terrebbe conto, per forza di cose, del contesto in cui è stata pronunciata l'ingiuria, e potrebbe quindi distogliere l'attenzione del giudice da circostanze importanti; in secondo luogo, i rapidi ritmi con cui evolve la lingua non consentirebbero di aggiornare l'elenco con la tempistica richiesta dalla veloce comparsa di nuovi epiteti, rischiando quindi che questi ultimi, in sede processuale, non vengano considerati lesivi della persona.
Attualmente, in Russia vi sono due articoli ai sensi dei quali può essere sanzionato chi insulta una persona con parole volgari: «Difesa dell'onore, della dignità e della reputazione aziendale» e «Insulto».
Negli ultimi tempi si è registrato un incremento delle persone sanzionate per ingiurie. Secondo il Dipartimento Giudiziario della Corte Suprema della Federazione Russa, nel corso del 2013 ne hanno dovuto rispondere più di 14.000 cittadini, mentre tre anni prima il numero dei trasgressori si era attestato a circa 3.000.
Inoltre, le autorità hanno proibito l'uso di parolacce ed epiteti volgari al cinema. I film che li contengono non sono ammessi alla vendita. I registi russi diverse volte hanno fatto appello al governo richiedendo l'abolizione di questa legge che limiterebbe il loro diritto di espressione ma, tuttavia, la norma è tuttora in vigore.
Mosca, Chiara Caccialanza, Zoja Oskolkova
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