Pubblicazioni del 05/06/15 (Archivio)

Le «armate dell'informazione» ucraina in vendita per mille euro
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Le «armate dell'informazione» ucraina in vendita per mille euro

Blogger-filo-ucraino a pagamento. Da un'indagine socio-politica condotta da studenti russi, si è venuto a sapere che la maggioranza degli utenti attivi nella pubblicazione in rete di post anti-russi è pronta, a fronte di un compenso di mille euro, a sovvertire il proprio punto di vista e a sostenere attivamente la causa opposta.

L'esperimento è stato reso noto dal direttore dell'Istituto di ricerche politiche, Sergey Markov, che ne ha parlato sulla propria pagina in un social network.

Gli studenti della facoltà di psicologia dell'Università Statale di Mosca (MGU) si sono suddivisi i ruoli, si sono registrati su tutti i siti e i forum ucraini che hanno rintracciato, hanno aderito a gruppi sui social network e hanno quindi cominciato a «fare amicizia», ed ottenendo la fiducia necessaria per chiedere opinioni su diversi fenomeni, arrivando anche a fare proposte.

Gli ucraini più «patriottici» sono stati invitati a trasferirsi in Russia con la garanzia di un lavoro e di uno stipendio di poco inferiore ai mille euro. L'82% ha accettato subito, il 10% ha detto sì allo scadere dei tre giorni concessi per pensarci su.

Chi ha acconsentito sin dal primo momento, ha significativamente ridotto l'attività di critica in rete verso la Russia; il 73% ha cominciato a dirsi a favore di una pacificazione con l'Ucraina Orientale e della ripresa dei rapporti con Mosca.

Ai blogger filo-ucraini più attivi è stato, inoltre, proposto un lavoro a distanza che consisteva nello screditare il potere di Kiev e nel promuovere in rete idee di pace per il Paese e a favore dell'entrata nell'Unione Doganale Euroasiatica: il 63% ha acconsentito, il 15% ha invece richiesto una somma più alta per 'rivedere' il contenuto dei suoi post.

Va rilevato che oltre la metà dei blogger ha accettato di pubblicare un parere di prova che conteneva critiche al presidente ucraino, Petr Poroshenko, e al premier, Arsenij Yatseniuk. Il 23% lo ha fatto senza chiedere un acconto nella speranza di ottenere il lavoro, non riducendo tuttavia la propria attività di critica verso la Russia, dimostrandosi così pronto a pubblicare post di orientamento diametralmente opposto.

Secondo Markov non c'è da meravigliarsi, tenendo conto che molti sostenitori della rivolta di Maidan, dopo il colpo di stato, si sono trasferiti a lavorare in Russia. L'esempio più noto è quello del conduttore Denis Grachev, che attualmente presta servizio nel canale russo NTV.

Mosca-Kiev, Zoja Oskolkova

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