Una corda che non si spezza. Gli scienziati dell'Università di Trento hanno messo a punto un sistema per ottenerne una estremamente resistente, di gran lunga superiore a tutte le altre mai realizzate finora.
I ricercatori hanno effettuato degli esperimenti arrivando a spruzzare su ragni che vivono nelle campagne italiane acqua contenente turbo-molecole di carbone e particelle di grafene. Grazie a questo trattamento, i ragni hanno cominciato a tessere ragnatele che presentano caratteristiche incredibili.
Il nanomateriale ottenuto è decisamente migliore del Kevlar K49, attualmente utilizzato per la fabbricazione di cavi. I dati parlano chiaro: la resistenza alla rottura è di 5.4 hPa, il Modulo di Young (ossia la resistenza allo stiramento) di 47.8 hPa, mentre il modulo di resistenza è di 2.1 hPa.
Gli scienziati devono ancora comprendere il processo che consente al grafene di rientrare nella struttura della ragnatela, ma sembra probabile che crei uno strato di protezione esterna. Chi ha condotto l'esperimento, il ricercatore Nicola Pugno, pensa, però, che alla base dell'aumentata resistenza ci sia un'integrazione diretta del grafene proprio nella struttura dei fili.
Queste fibre ultraresistenti hanno un ampio campo di applicazione. Gli autori pensano addirittura di utilizzarle per creare enormi reti anticaduta per aerei.
Trento, Zoja Oskolkova
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