La pornoattrice Eva Berger, in passato insegnate di russo della città di Tula, ritiene un errore da parte della dirigenza del paese il rifiuto di non riconoscere e legalizzare in Russia l'industria del porno e la prostituzione.
In un'intervista molto schietta all'edizione russa di «Snob», la Berger ha affermato che le prostitute russe sono la principale merce da esportazione del paese. La star del cinema per adulti ha messo in dubbio il fatto che l'economia e la situazione demografica in Russia possano essere risollevate senza ricorrere alla legalizzazione dell'industria del porno.
«La Russia è un paese enorme e bisogna popolarlo, fare figli. Tutto ciò che non crea una discendenza va catalogato come inutile atavismo» – ha espresso la sua opinione ai giornalisti la ragazza. «Lo stesso presidente, parlando delle prostitute, le definisce persone con «responsabilità sociale ridotta» e una vergogna per lo stato. Per me invece una vergogna per lo stato è chiudere gli occhi davanti a un fatto ormai evidente: le prostitute russe sono la principale merce da esportazione all'estero, insieme al gas e al petrolio, i gay sono rappresentanti della cultura nazionale, che danzano nei più importanti balletti del mondo, e il porno europeo è fatto di pornoattrici russe».
La Berger ha spiegato che l'economia russa perde introiti enormi dalle tasse rifiutandosi di legalizzare l'industria del porno e la prostituzione: «Si tratta di entrate pazzesche sotto forma di tasse che vanno a finire in altri paesi! La legalizzazione del porno e della prostituzione in Russia consentirebbe alle persone con «responsabilità sociale ridotta» di trasformarsi in validi sponsor per le pensioni e per l'assistenza sociale».
Mosca, Zoja Oskolkova
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