Una coppia di Kaliningrad ha restituito sette bambini che aveva in affido agli organi tutelari di Mosca. A parer loro, a rinunciare a educare le tre bambine e i quattro bambini sono stati costretti dalle autorità che non hanno voluto aumentare i sussidi per il mantenimento dei minori.
La famiglia di Kaliningrad, che aveva in affido sette bambini dai 3 ai 12 anni di età, si era trasferita a Mosca nella speranza di ottenere un aumento degli assegni sociali, ha spiegato Vadim Men'šov, membro del Consiglio presso il governo russo per gli affidi e le politiche sociali. Da quanto riferito da lui, i coniugi a Kaliningrad prendevano circa 300 euro al mese per ogni bambino preso in affido dall'orfanotrofio in qualità di sostegno statale. A Mosca la somma degli assegni può arrivare a 1.500 euro. Tuttavia i genitori affidatari non sono riusciti a ottenere l'aumento dei sussidi regionali a livello di quelli della capitale e hanno quindi deciso di rinunciare ai bambini.
Adesso gli orfani si trovano temporaneamente a Mosca. Gli organi per la tutela sociale hanno intenzione di rimandarli indietro a Kaliningrad. Con ogni probabilità i genitori avevano preso in affido i bambini dall'orfanotrofio «non per un richiamo del cuore ma per soldi». I difensori dei diritti civili dicono che spesso s'imbattono in casi nei quali i bambini vengono presi in affido solamente per gli assegni sociali e di frequente questi genitori poi trascurano i loro doveri nell'educazione dei bambini.
Le informazioni sull'accaduto sono state trasmesse al vicepremier del governo russo per le politiche sociali Ol'ga Golodec. Della storia è stata informata anche Anna Kuznecova, difensore civico dei minori, che ha promesso di approfondire la questione.
La restituzione degli orfani a causa dei bassi sussidi ha indignato l'opinione pubblica. I russi esprimono il loro disappunto sui social, criticando in ugual misura sia i genitori che hanno deciso di rinunciare ai bambini in affido sia le autorità che hanno permesso che questo succedesse.
Mosca, Zoja Oskolkova
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