Pubblicazioni del 04/27/17 (Archivio)

Nella classifica della libertà di stampa la Russia è dietro ai paesi africani / Non si può scrivere di Putin, Sečin e della Chiesa russa ortodossa
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Nella classifica della libertà di stampa la Russia è dietro ai paesi africani Non si può scrivere di Putin, Sečin e della Chiesa russa ortodossa

L'ONG «Reporter senza frontiere» ha pubblicato la classifica aggiornata della libertà di stampa, in cui la Russia occupa il 148° posto, decisamente peggio, ad esempio, della Nigeria e del Nicaragua. In generale nel corso dell'ultimo anno è aumentata la pressione sulla libertà dei giornalisti anche in paesi democratici come USA e Gran Bretagna. Donald Trump e la Brexit hanno portato il mondo nell'epoca della postverità, della disinformazione e delle false notizie.

I ricercatori di «Reporter senza frontiere» assicurano che la libertà di stampa non si era mai trovata così sotto minaccia come oggi. Nella maggioranza degli stati si nota un peggioramento della situazione, mentre solo il 2% dei paesi ha fatto registrare un miglioramento. Negli ultimi cinque anni «l'indice di riferimento» della classifica è calato del 14%, riferisce il giornale «Kommersant».

La situazione della libertà di stampa è stata analizzata in 180 paesi tenendo conto di una serie di criteri: presenza della censura, possibilità per l'opposizione di esprimere il proprio punto di vista sui media, numero di giornalisti uccisi e aggrediti ecc. Al primo posto della classifica c'è la Norvegia, all'ultimo la Corea del Nord.

La Russia si trova al 148° posto del ranking, come lo scorso anno. Secondo gli analisti di «Reporter senza frontiere», nel 2016 nella Federazione russa si è delineata una tendenza all'inasprimento del controllo statale sui media indipendenti. I giornalisti russi sanno che non si può scrivere del presidente Vladimir Putin e del suo entourage, e inoltre è preferibile non toccare la Chiesa russa ortodossa. In qualità di esempio a dimostrazione della pressione sulla stampa gli esperti ricordano i processi contro i rappresentanti dei media del boss di «Rosneft» Igor' Sečin. Il top manager ha vinto alcune cause e il tribunale ha stabilito di far ritirare il tiraggio di alcuni giornali che avevano scritto su Sečin.

Allo stesso tempo i giornalisti in Russia non s'impegnano molto per difendere i propri diritti, fenomeno caratteristico in particolare per le regioni. L'anno scorso alcuni lavoratori dei media sono stati licenziati per dei post critici sui social. Al Sindacato indipendente dei giornalisti e dei lavoratori dei media riferiscono che, temendo di perdere il lavoro, i giornalisti hanno preferito riconoscere i propri errori e impegnarsi a non fare troppo rumore. Curioso notare come invece al ministero delle Comunicazioni ritengano la situazione della libertà di stampa nel paese del tutto soddisfacente.

La classifica di «Reporter senza frontiere» ha messo in evidenza come la situazione della libertà dei media stia peggiorando non soltanto in Russia. Gli USA, ad esempio, hanno perso due posizioni rispetto all'anno scorso, attestandosi al 43° posto, mentre la Gran Bretagna si trova al 40°. Secondo gli autori del ranking, in buona parte sulla libertà di stampa in questi paesi hanno influito l'ascesa al potere di Donald Trump e la campagna della Brexit.

Un risultato positivo è stato conseguito dalla Svezia, che ha guadagnato sei posizioni in classifica. A questo ha contribuito l'intercessione delle autorità in favore dei giornalisti che avevano ricevuto delle minacce. Tuttavia alcuni miglioramenti sono stati definiti dagli esperti come «illusori». È il caso per esempio dell'Italia, che si è piazzata al 52° posto, risalendo ben 25 posizioni, soprattutto grazie alla sentenza di assoluzione per i giornalisti in un processo clamoroso.

Mosca, Zoja Oskolkova

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