Čarskie peski (Sabbie di Čara), così si chiama il deserto nel nord del territorio della Transbajkalia circondato dalle montagne e dalla taiga. A dispetto delle limitate dimensioni, 50 chilometri quadrati in tutto, Čarskie peski può a tutti gli effetti chiamarsi deserto. Barcane alte fino a 25 metri, vegetazione tipica delle zone desertiche, tempeste di sabbia. Per una totale somiglianza con i deserti dell'Asia centrale mancano solamente scorpioni e cammelli.
In Siberia cè un vero e proprio deserto*
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45 mila anni fa un ghiacciaio alpino sbarrò la valle di Čara. Nell'enorme conca per migliaia di anni si accumularono sedimenti, e i ghiacciai portarono tonnellate di sabbia e d'argilla, fino a formare un enorme lago di 60 km di lunghezza e 250 metri di profondità. Quando ebbe termine l'era glaciale, la diga naturale che sbarrava la valle si sciolse e il lago defluì, lasciandosi dietro una moltitudine di laghetti e anche il deserto di Čara.
Nonostante la temperatura che può arrivare a 50 sottozero, Čarskie peski merita sicuramente di essere visitato in inverno, stagione in cui regna un'atmosfera del tutto particolare: tranquillità assoluta e pace dei sensi. In inverno da sotto il deserto scaturisce l'acqua. Si tratta dei fiumi sotterranei che erompono in superficie attraverso le spaccature del permafrost.
Čarskie peski è circondato dalla taiga con fiumi e paludi: una tale peculiarità naturale ha un che di fantastico, come se si parlasse di un altro pianeta. Le sabbie sono particolarmente belle durante la loro «fioritura», quando a primavera, in maggio, sbocciano i bucaneve siberiani. Certo, non è questo il periodo migliore per i turisti. Per giungere alle sabbie del deserto bisogna guadare il fiume ghiacciato che in maggio comincia a sciogliersi, tanto che attraversarlo è assai pericoloso e praticamente impossibile.
Fonte: sib100.ru
Čita, Zoja Oskolkova
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