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Gli attivisti russi contro la legge che concede la «licenza di uccidere» / La Duma di Stato potrebbe legittimare il maltrattamento dei detenuti
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Gli attivisti russi contro la legge che concede la «licenza di uccidere» La Duma di Stato potrebbe legittimare il maltrattamento dei detenuti

Mosca, 08 Giugno (New Day – Italia, Zoja Oskolkova) Il disegno di legge più vergognosa della storia moderna. È polemica per il documento che la Duma si accinge ad esaminare, riguardante il maltrattamento dei detenuti. I difensori dei diritti umani l'hanno soprannominato «licenza di uccidere».

La nuova norma, all'esame del Governo, permetterebbe all'autorità carceraria nei penitenziari di usare mezzi speciali – fino alla forza fisica – per punire qualsiasi violazione del regolamento interno.

La denuncia degli attivisti contro la legge definita «sadica» ha generato un tentativo di accelerazione nell'approvazione del provvedimento, al di fuori delle audizioni pubbliche, scrive «Moskovsky Komsomolets». Qualora il documento diventasse legge, agli agenti della polizia penitenziaria verrebbe conferito un potere quasi illimitato sulla popolazione carceraria. Sempre secondo il giornale, sarebbe permesso adottare pratiche come idrogetti ed electroshock, che non lasciano tracce. E la ciliegina sulla torta sarebbe la garanzia di impunità per il personale dei penitenziari.

A quanto pare, la volontà di adottare nuove norme sarebbe maturata nel Governo a seguito degli avvenimenti degli ultimi anni nelle prigioni russe. I carcerati, cercando di attirare l'attenzione per denunciare la violazione dei diritti umani, hanno organizzato scioperi della fame, rivolte di massa, arrivando fino a suicidi dimostrativi. Per questo – probabilmente – le autorità hanno preso in considerazione di risolvere il problema non tanto inasprendo il controllo sulle guardie, ma fornendo loro maggior libertà per reprimere le sommosse.

Secondo la nuova proposta di legge, qualora si ricorresse ai mezzi speciali o addirittura alle armi, non ci sarebbe bisogno di informare tempestivamente il pubblico ministero, ma nell'arco 24 ore, rendendo – in questo lasso di tempo – possibile inquinare le prove. Inoltre, sarebbe obbligatorio informare il pubblico ministero solo se il detenuto dovesse riportare ferite visibili o se dovesse morire. In pratica, ogni accanimento sui carcerati non sarà controllato dalle autorità di vigilanza.

La legge dovrebbe passare in audizione alla Duma di Stato ma, grazie agli sforzi dei difensori dei diritti umani, molti parlamentari hanno annunciato la loro intenzione di non votare il documento: «Il principio di umanità non è stato annullato e i detenuti non dovrebbero essere trattati come animali, come bestiame», spiega Ivan Sukharev, componenti della Commissione della Duma per il Codice Civile, Penale, per l'Arbitrato e le Procedure sulla Legislazione.

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