Degli archeologi russi, in collaborazione con colleghi canadesi, hanno scoperto nell'antico santuario di Ust'-Poluj un cimitero di animali risalente a circa duemila anni fa. Alcuni dei cani venivano evidentemente sacrificati, altri utilizzati in qualità di cibo, e altri ancora, tra i cani ritrovati nel luogo di sepoltura, potevano trovarsi in stretti rapporti di amicizia con i loro padroni.
Ust'-Poluj si trova nelle vicinanze della città di Salekhard, nel distretto autonomo di Yamalo-Nenec. Si tratta di un luogo da tempo famoso tra gli archeologi per i ritrovamenti di una gran quantità di reperti dell'antica cultura. Inoltre, i ricercatori hanno ritrovato qui i resti di 115 animali, presumibilmente cani.
In precedenza, durante scavi archeologici in Siberia erano già state rinvenute ossa di cani, ma non più di una decina in tutto. Quest'ultimo luogo di sepoltura appena scoperto colpisce per la quantità dei resti. Su parte degli scheletri vi sono segni di strumenti in pietra, come per raschiare la carne dalle ossa. È evidente che questi animali furono mangiati, tanto più che le loro ossa sono state gettate lì accanto allo stesso modo di quelle di altri animali commestibili.
15 teschi di cane giacevano nello stesso posto, erano tutti aperti e da tutti, nella stessa identica maniera, era stato estratto il cervello. Questo cumulo di teschi rende probabile l'ipotesi di un sacrificio rituale di questi cani, proprio come gli etnografi avevano in precedenza osservato in altre popolazioni del Nord. Certo, il sacrificio di 15 animali insieme pare di proporzioni inusuali.
In precedenza, nella stessa zona erano stati rinvenuti i resti di due slitte, simili al tipo di quelle trainate dai cani. Il ruolo da trasposto degli antichi cani locali è suggerito anche dal ritrovamento di un coltello in osso sul quale sono raffigurati un cane e un finimento.
L'attenzione dei ricercatori è stata attratta soprattutto dai resti di cinque cani seppelliti vicini l'uno all'altro sul margine del santuario. Ciascuna tomba si configura come una piccola fossa nella quale sul fianco giace lo scheletro di un cane. Qui, in precedenza, erano state rinvenute anche alcune tombe umane, la cui disposizione delle ossa nel seppellimento era identica a quella delle cinque tombe di cane. Gli archeologi ritengono che l'atteggiamento nei riguardi dei cani poteva variare a seconda di come si relazionavano a essi i loro padroni. Cinque tra i cani seppelliti ‒ una sorta di aristocrazia canina ‒ erano certamente molto cari ai loro padroni, tanto che non furono né mangiati né portati in sacrificio. Probabilmente vennero seppelliti come si seppellivano le persone più care.
È noto che il santuario di Ust'-Poluj apparteneva al popolo che ha vissuto nella penisola di Yamal a partire dal IV secolo a.C. fino al II secolo d.C. I rappresentanti di queste tribù erano abili cacciatori, e sebbene la maggior parte dei loro attrezzi fossero di pietra e di osso, sono rimasti alcuni esempi di ornamenti di bronzo e persino di coltelli di ferro, eccezionalmente rari in quell'epoca nel Nord.
Salekhard, Zoja Oskolkova
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