Un membro del clan Carmine Fasciani attivo sul litorale romano è stato arrestato nel quartiere Moskovsky di San Pietroburgo. Il 34-enne Nicola Di Mauro è accusato in base all'art. 416 del Codice Penale italiano, associazione per delinquere di tipo mafioso. Di Mauro era sulla lista dei ricercati a livello internazionale su richiesta dell'Interpol. L'arresto è avvenuto all'alba nel Viale dei Cosmonauti. Il blitz delle forze dell'ordine è stato condotto congiuntamente dai reparti speciali di teste di cuoio del Ministero dell'Interno russo e dell'Interpol. Dopo la cattura l'uomo è portato al 33° commissariato di polizia che ha notificato l'avvenuto arresto del ricercato ai titolari dell'inchiesta.
Nicola Di Mauro
Secondo la prassi, nei prossimi 40 giorni l'Italia dovrà presentare richiesta di estradizione e il Procuratore Generale della Federazione Russa dovrà esaminarla, quindi Di Mauro verrà consegnato in custodia agli agenti del reparto investigativo antimafia davanti alla scaletta dell'aereo all'aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo.
Il quotidiano sanpietroburghese «Fontanka» ha riferito alcuni dettagli di questo giallo. Di Mauro ha lavorato come cuoco in una pizzeria ed è stato arrestato sul posto di lavoro. Secondo la stampa italiana, è un esponente del noto clan che fa capo a Carmine Fasciani, la cui attività in passato si è concentrata sul litorale romano. Nicola di Mauro è già stato arrestato due volte dai carabinieri: nel 2009 in seguito al sequestro da parte della polizia di un ingente quantitativo di droga (3,5 tonnellate di cocaina e di hashish) destinata allo smercio a Roma e dintorni; nel marzo 2014 la stampa italiana ha dato di nuovo la notizia del suo arresto nell'ambito dell'operazione «Nuova alba». Il rilascio del sospettato è evidentemente sfuggito ai media italiani poiché la stampa romana è tuttora fermamente convinta che si trovi ancora in reclusione. Si ritiene che Di Mauro sia legato al traffico di droga e mantenga uno stretto contatto con i figli di Don Carmine Fasciani.
Nell'ordinanza della Procura romana, recentemente inviata a San Pietroburgo, Nicola Di Mauro è definito «testa di legno», ossia un amministratore occulto dei beni del clan cui è stato assegnato un ruolo di «management economico» del tutto particolare. Grazie a lui il clan Fasciani si è impadronito del settore immobiliare più redditizio del litorale romano che include l'area di balneazione di Ostia: ristoranti, caffè e negozi. «L'inchiesta ha svelato che Nicola Di Mauro è stato direttamente coinvolto nelle attività economiche di una organizzazione criminale dal 2008 al 2013», si legge nell'ordinanza.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, Di Mauro ha costituito false personalità giuridiche alle quali sono state trasferite le proprietà, anche se in realtà la famiglia Fasciani faceva capo a tutto questo business. Il procedimento penale è stato aperto proprio con l'accusa di riciclaggio e intestazione fittizia dei beni.
Clan Fasciani, la cupola
Già nel marzo del 2014, nel corso degli arresti degli affiliati del clan Fasciani si era palesato un possibile legame tra la criminalità organizzata romana e quella russa. Tra gli arrestati dagli investigatori italiani figurava il titolare della società Kars srl , il ventitreenne Kirill Luchkin, che da amministratore unico della srl acquistava altri rami aziendali e ricapitalizzava per 90 milioni di euro. Secondo il quotidiano romano Il Tempo invece Kirill Luchkin sarebbe stato semplicemente una delle presunte teste di legno del clan Fasciani a cui gli inquirenti imputano di essersi fatto intestare un ramo d'azienda che si occupa di vendita di autovetture.
San Pietroburgo, Vsevolod Gnetii
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