Il dossier della polizia relativo al pedinamento di Grigorij Rasputin nei 1915-1916, in precedenza classificato top secret, è stato messo a disposizione del pubblico. L'incartamento contiene 239 pagine di rapporti segreti su atti osceni compiuti da Rasputin nella provincia di Tobol'sk, oltre ai numerosi documenti relativi ai flop della gendarmeria.
Grigorij Rasputin
Grigorij Rasputin è un personaggio storico ambiguo e controverso, e tuttora circolano tante voci circa il suo impatto sul destino dell'Impero russo. Rasputin ha guadagnato la sua fama mondiale grazie al fatto che era stato un amico intimo della famiglia dell'ultimo imperatore russo Nicola II. All'inizio del XX secolo aveva la reputazione di un «amico dello zar», uno «starets» (mistico religioso ortodosso) e un veggente carismatico. Alcuni associavano il suo nome alle forze ultraterrene e lo accusavano di stregoneria e di magia. Più tardi l'immagine negativa di Rasputin è stata utilizzata nella propaganda rivoluzionaria, e successivamente anche nella propaganda sovietica.
Nel 1915 per ordine del ministro degli Interni della Corte della Sua Maestà Vladimir Dzhunkovsky nella provincia di Tobol'sk è stato condotto il pedinamento segreto di Rasputin. In veste della guardia del corpo allo «starets» sono stati messi alle costole due agenti segreti, che inviavano regolarmente informazioni su tutti i suoi viaggi e le sue visite direttamente a San Pietroburgo.
Tuttavia, dai documenti declassificati si è chiarito che i gendarmi facevano il loro lavoro alla peggio. Non sono riusciti, ad esempio, a scoprire lo scopo della visita di Rudolf Berge a Rasputin nell'estate del 1915. E, inoltre, non hanno informato sugli atti osceni di Rasputin su un vaporetto – «si era ubriacato, si comportava indecentemente e distribuiva alcuni libri».
«Basandosi sul contenuto dei documenti si può giungere alla conclusione che la causa di un pedinamento così scarso è la riduzione degli stipendi degli agenti, così come i loro licenziamenti di massa» – hanno raccontato nell'archivio della Biblioteca di Boris Eltsin, dove viene conservato il dossier.
Mosca, Ekaterina Rudnik
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