La procura di Oslo ha multato l'episcopato cattolico della capitale norvegese di 110 mila euro. La dichiarazione di dati falsi ha permesso alla dirigenza dei cattolici norvegesi di ricevere più soldi dallo stato.
La diocesi di Oslo è responsabile del conteggio dei cattolici che vivono in tutto il regno e della trasmissione dei dati raccolti agli organi statali. La schiacciante maggioranza degli abitanti della Norvegia è protestante. La chiesa luterana è stata ufficialmente separata dallo stato nel 2012. Ciononostante, le autorità del regno hanno dato e continuano a dare dei contributi finanziari alle diverse minoranze religiose.
La somma dei contributi elargiti dallo stato è proporzionale al numero dei seguaci di questa o quell'altra fede. I preti dell'episcopato cattolico di Oslo sono stati accusati di aver, dal 2011 al 2014, cercato negli elenchi telefonici persone che dai propri cognomi potevano essere originarie di paesi cattolici e di averle inseriti nelle liste dei seguaci, senza aver chiesto la loro opinione in proposito.
Gonfiando il numero dei cattolici norvegesi, la chiesa ha ottenuto dall'erario norvegese più soldi di quelli che le spettavano realmente. Se la Chiesa cattolica norvegese si rifiuterà di pagare la multa, nei suoi confronti verrà intentata un'azione legale.
A sua difesa la chiesa ha dichiarato di non aver mai fatto niente di illegale e di non aver ricevuto soldi in più, ricordando anche come a partire dal 2004 la Norvegia abbia accolto una gran quantità di migranti provenienti da paesi cattolici, in particolare dalla Polonia. E non essendosi i nuovi arrivati registrati a dovere come parrocchiani, la chiesa ha dovuto fare fronte a un aumento delle spese senza ricevere in cambio i corrispondenti contributi da parte del governo.
In aggiunta alla multa inflittale dalla procura, le autorità norvegesi chiedono ora alla chiesa cattolica la restituzione di 4,5 milioni di euro che secondo i funzionari avrebbe ricevuto illecitamente dallo stato.
Oslo, Zoja Oskolkova
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