Pubblicazioni del 04/21/16 (Archivio)

Pensionati sovietici contro la Federazione Russa / Una valanga di ricorsi per farsi ripristinare le pensioni erogate dall'URSS
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Pensionati sovietici contro la Federazione Russa Una valanga di ricorsi per farsi ripristinare le pensioni erogate dall'URSS

Decine di migliaia di pensionati, che hanno lasciato l'Unione Sovietica prima del crollo del paese, sono rimasti senza pensione russa, anche se avevano il diritto alla pensione nell'URSS. La Russia è il successore legale dell'Unione Sovietica, ereditandone anche le passività pensionistiche. Tuttavia, coloro che sono emigrati all'estero prima del 1992, sono difatti rimasti senza le loro pensioni. Negli ultimi anni al Fondo pensionistico statale russo (PFR) si sono rivolti 45 mila pensionati sovietici, però nessuno di loro è riuscito a ottenere il pagamento della pensione bypassando i tribunali. Ora, quasi 10 mila residenti ex cittadini sovietici residenti all'estero, titolari della pensione nell'URSS, sono pronti a presentare una valanga di cause sia nei tribunali russi sia in quelli internazionali, intentando processi e querelando lo stato russo. Secondo gli avvocati della parte lesa, il PFR si opporrebbe in ogni modo, cercando di risparmiare sui pagamenti delle pensioni e degli arretrati, non solo agli stranieri (ex cittadini sovietici con la cittadinanza dei paesi che non riconoscono la doppia cittadinanza), ma anche ai cittadini russi, ex sovietici, residenti all'estero che dopo il crollo dell'URSS hanno acquisito la cittadinanza della Federazione Russa.

Il prossimo maggio, si terrà la sua seconda udienza del Tribunale Zamoskvoretsky di Mosca, dove nel mese di marzo sono pervenute 15 cause legali di ripristino della pensione da parte degli ex cittadini sovietici che risiedono attualmente negli Stati Uniti. A spingere gli immigranti a intentare una class action contro lo stato russo, sono stati i successi dei loro compagni delle sventure. Sono state emesse già cinque sentenze di parere favorevole, e nel corso dell'anno scorso sono stati effettuati pagamenti per un importo complessivo di un milione di rubli (circa 15 mila di euro). Come riporta il quotidiano russo Izvestija, i querelanti sono convinti che questo precedente giudiziario dà loro la possibilità di ripristinare i loro diritti pensionistici.

Nel 1991 è stata approvata la legge russa sulla cittadinanza, secondo la quale i cittadini sovietici dovevano dichiarare di aver accettato la cittadinanza del neocostituito stato, la Federazione Russa, entro il 6 febbraio 1992. Tuttavia, coloro che sono emigrati all'estero prima di quella data, e non potevano materialmente eseguire questa procedura, sono rimasti senza pensioni. Inoltre, nel 1993 è stata adottata la legge sulle pensioni, la formulazione della quale escludeva automaticamente il 90% delle persone che hanno lasciato il paese, emigrando all'estero ai tempi dell'URSS, in quanto non erano cittadini della Russia.

Nel 2006 il vice presidente della Corte Suprema Victor Zhuykov ha firmato l'ordinanza, dove è stato spiegato perché i giudici dovrebbero rigettare le cause intentate da questa categoria di persone. Secondo Zhuykov, il pagamento delle pensioni ai residenti all'estero è previsto solo a coloro che erano già titolari della pensione di invalidità a causa di infortunio sul lavoro o malattia professionale, oppure della pensione di riversibilità erogata ai dipendenti a carico di un defunto». Così, la Corte Suprema ha deciso che tutti gli altri cittadini hanno perso il loro diritto alla pensione.

Il punto di svolta si è verificato nel 2009. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto la tesi dei 22 ricorrenti «Tarnopolskaya e altri contro la Federazione Russa», che avevano chiesto di ripristinare il loro diritto alla pensione a prescindere dalla mancanza di cittadinanza. La Corte di Strasburgo ha emesso la sentenza favorevole, dando ragione ai ricorrenti, e stabilendo che l'abolizione della pensione già concessa è equiparata alla privazione illegale della proprietà preesistente.

Dopodiché, i pensionati immigrati hanno cominciato a vincere le cause intentate contro il PFR nei tribunali russi. Nel solo anno scorso sono stati effettuati i pagamenti per cinque cause del genere in seguito alle sentenze emesse dai tribunali russi. L'esito favorevole di quei ricorsi ha spinto anche gli altri a seguire questo percorso. Nel mese di marzo 15 nuove cause di questo tipo sono state depositate nei tribunali russi. Diverse studi legali associati sostengono che il numero di potenziali querelanti potrebbe sfiorare 10 mila persone. Tuttavia, circa 259 mila pensionati residenti all'estero già ricevono la pensione dal PFR. Tutti loro hanno lasciato il paese dopo il 1993 avendo già acquisito la cittadinanza russa dopo il crollo dell'URSS. Non si conosce invece il numero esatto dei titolari delle pensioni sovietiche, ancora in vita, residenti all'estero.

Mosca, Ekaterina Rudnik

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