Pubblicazioni del 08/01/16 (Archivio)

Rimasti senza mutande / In Russia in un anno ha chiuso un terzo dei negozi di biancheria intima
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Rimasti senza mutande In Russia in un anno ha chiuso un terzo dei negozi di biancheria intima

Lo scorso anno, in Russia, ha chiuso un terzo dei negozi di biancheria intima. Quelli che sono rimasti tirano avanti al limite della redditività. La crisi ha colpito soprattutto gli articoli delle marche di lusso.

Sullo sfondo della difficile situazione economica nel paese, è avvenuta una caduta del mercato piuttosto significativa. Le reti di negozi al dettaglio cercano con tutte le forze di mantenere il volume delle vendite abbassando la categoria di prezzo di determinati articoli. Tanto che la biancheria intima più costosa viene sostituita da una più economica e di minor qualità. Al contempo i prezzi sono aumentati significativamente in tutte le categorie.

Più fortemente sono stati colpiti i rivenditori di biancheria intima d'importazione, la svalutazione del rublo nei confronti delle altre valute ha infatti gonfiato i prezzi della merce importata dall'estero.

Il mercato russo della biancheria intima si differenzia decisamente da quello europeo: non ci sono marchi predominanti, e la gente per lo più compra articoli economici in piccole quantità. Inoltre l'85-90% del mercato russo è controllato dai produttori stranieri, con un volume di denaro assai modesto, circa 1,1-2,8 miliardi di euro in tutto. Una differenza così marcata nella stima del volume del mercato la si spiega con la vaghezza del termine «biancheria»: per alcuni vuol dire soltanto mutande e reggiseni, mentre per altri include anche calze, pigiami, vestaglie e altri capi di vestiario casalinghi.

La Russia veniva vista dai grandi marchi mondiali come un mercato potenzialmente interessante e in espansione grazie ai crescenti redditi della popolazione e ai bassi volumi specifici delle vendite. Tuttavia con l'inizio della crisi tutto è cambiato. La colpa è della forte dipendenza del prezzo della biancheria intima dal corso del rublo e della crisi economica che tende a comprimere la domanda dei beni di consumo.

La situazione è poi aggravata dalla forte concorrenza tra i venditori: in un centro commerciale si possono spesso vedere sette-otto negozi di biancheria intima con diverse categorie di prezzo, quando in Europa, ad esempio, ce ne sono in media due o tre.

Mosca, Zoja Oskolkova

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