La Russia passa a un nuovo sistema di calcolo dell'imposta sugli immobili. La somma da pagare sarà calcolata tenendo conto del valore catastale dell'immobile, vale a dire di quello che più si avvicina al reale valore di mercato. Gli esperti mettono in guardia che con queste novità gli oneri fiscali potranno salire alle stelle. In particolare per quel che riguarda gli immobile della capitale.
Già a partire dalla fine del 2016, i cittadini russi riceveranno bollettini fiscali con le somme calcolate in base al nuovo metodo. Per ammorbidire la fase di passaggio al pagamento dell'intero importo della nuova tassa, le autorità hanno introdotto un periodo di transizione di 5 anni: nel 2016 i cittadini pagheranno il 20% della tassa, nel 2017 il 40%, nel 2018 il 60%, nel 2019 l'80% e infine, nel 2020, si dovrà pagare l'intero importo della tassa sugli immobili calcolata sul valore catastale.
Gli analisti hanno calcolato che ogni anno i russi dovranno pagare fino all'1% del valore catastale (di mercato) dell'alloggio. In tal modo, gli abitanti della capitale i cui appartamenti hanno un valore di 270 mila euro, e a Mosca non ce ne sono pochi, tra cinque anni riceveranno un bollettino fiscale da 2.700 euro, o da 7 mila euro in su se gli appartamenti hanno un valore superiore ai 700 mila euro. Se la vedranno grama anche i russi che possiedono terreni con casette da villeggiatura: la tassa verrà infatti calcolata separatamente per il terreno e per l'immobile.
I cittadini che contestano la valutazione statale della loro proprietà, da cui verrà calcolato l'importo della tassa, potranno rivolgersi al tribunale. Molti lo stanno già facendo. Secondo i legali, presso le commissioni addette a tali pratiche si riesce a ottenere in media una riduzione del 30% rispetto alla valutazione ufficiale. Gli esperti indipendenti, del resto, hanno espresso il timore che, a causa del passaggio dalla valutazione privata a quella statale, essa potrà non essere più equa, come hanno promesso le autorità, ma al contrario.
Mosca, Zoja Oskolkova
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