Sono trascorsi quasi trent'anni. Era ll 26 aprile 1986 quando, all'interno del quarto blocco energetico della centrale elettronucleare di Cernobyl', si verificò un'esplosione che distrusse completamente il reattore. A seguito dell'incidente, vennero liberate nell'ambiente sostanze radioattive. Secondo i dati degli esperti, il totale di materiali che si riversarono intorno alla centrale fu di 50 milioni di curie, che equivalgono alle conseguenze dell'esplosione di 500 bombe atomiche come quelle che furono lanciate su Hiroshima nel 1945. L'esplosione del reattore atomico annientò ogni forma di vita in un'area di decine di chilometri.
A fronte di una delle più grandi catastrofi dell'età moderna, sembra – però – che le autorità di Kiev non ritengano necessario sostenere le vittime ucraine che hanno riportato gravi conseguenze. Non si spiegherebbe, altrimenti, il fatto che quasi un milione di abitanti di Cernobyl' sia stato depennato dall'elenco degli aventi diritto a facilitazioni e che il bonus erogato in occasione dell'anniversario della catastrofe non abbia raggiunto il prezzo di un biglietto dell'autobus.
Secondo il presidente dell'associazione degli invalidi 'Unione Cernobyl' Ucraina», Vladimir Berezin, il personale arrivato sul posto subito dopo l'esplosione per la decontaminazione, aveva acquisito uno status speciale che consentiva di percepire sostanziosi indennizzi. Con il passar del tempo, però, Kiev ha cominciato a ridurre pensioni e sussidi e addirittura, lo scorso dicembre, il premier Arsenij Yatseniuk ha proposto di interrompere i sostentamenti per 800 mila abitanti di Cernobyl'.
Le autorità ucraine ritengono insensato il tentativo di riqualificare le aree nelle vicinanze della zona dove è avvenuto il disastro. Per questo il governo ha semplicemente eliminato queste spese dal bilancio dello Stato. Sono rimasti così senza mezzi di sussistenza gli abitanti dei villaggi confinanti con il territorio della centrale nucleare. Berezin ha raccontato che in questi centri abitati che non beneficiano più del sostegno dello Stato vi è una terribile miseria. I bambini, ad esempio, sopravvivevano soltanto grazie al fatto che mangiavano nelle mense scolastiche. Ma è bastato un tratto di penna del premier per annullare perfino questi miseri benefici.
Degno di nota è il fatto che, stando ai documenti, ufficialmente Kiev si starebbe preoccupando di istituire nuove forme di sostegno materiale per i liquidatori e le loro famiglie. In realtà, però, si tratterebbe di «elemosina di Stato, nemmeno sufficiente per una corsa sui mezzi pubblici», si lamenta uno dei «veterani» di Cernobyl'. Per la ricorrenza della tragedia, infatti, il ministro di gabinetto competente in materia ha fatto il 'generoso' gesto di istituire un bonus una tantum per gli abitanti delle zone interessate che, dopo la catastrofe, erano stati costretti a trasferirsi altrove, sobbarcandosi spese aggiuntive. Peccato, però, che il valore sia stato soltanto di 15 grivne e 70 copechi, vale a dire di circa 0,68 euro.
Ma il venir meno degli aiuti agli abitanti di Cernobyl' non è l'unica macchia nell'operato delle autorità ucraine. Dopo l'inizio del conflitto armato nel Sud-Est del paese, Kiev si è completamente dimenticata del progetto «Ukraina-2», nel rispetto del quale si sarebbe dovuto costruire un sarcofago di contenimento. Secondo i piani, questo avrebbe dovuto ricoprire il vecchio involucro installato a protezione del reattore distrutto. Ma gli investitori stranieri, impegnati nelle trattative per iniziare i lavori congiuntamente all'Ucraina, ora si tengono lontani dal Paese in guerra.
Kiev, Zoja Oskolkova
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