Danni economici non ancora quantificabili. Per l'ambasciatore ucraino in Italia, Evghen Perelyghin, la fruttuosa collaborazione economica fra i due stati è minacciata dall'attività dei tribunali e degli organi di sorveglianza ucraini che, infrangendo le leggi e gli accordi esistenti, agiscono contro gli interessi degli investitori stranieri.
Secondo il diplomatico, l'Italia potrebbe in futuro divenire un partner dell'Ucraina e, ora che le sanzioni hanno reso inaccessibile il mercato russo agli imprenditori della penisola, sarebbe il caso di curare i rapporti esistenti fra i due Paesi.
E questo anche in virtù del fatto che gli investitori italiani si continuano a scontrare con una serie di problemi.
Il gruppo Unicredit, ad esempio, ha denunciato l'assurda disposizione di un tribunale distrettuale ucraino che ha imposto alla banca di versare milioni a degli sconosciuti. «Quando racconto in Italia delle riforme del nostro sistema giudiziario – spiega indignato l'ambasciatore – c'è il rischio che mi mostrino la lettera dell'Unicredit e mi chiedano: ma dove sono questi cambiamenti?".
Ma non è tutto: ai colossi italiani Indesit e De Longhi si è cercato di proibire l'accesso al mercato ucraino attraverso il parere del Comitato statale degli standard secondo il quale la produzione di queste imprese non risponde ai requisiti di qualità ucraini. Il problema è stato risolto soltanto grazie a «manipolazioni», spiega lo stesso Perelyghin che non ha dubbi: gli imprenditori italiani chiedono per prima cosa l'abolizione delle sanzioni. E proprio in considerazione di questi umori, l'ambasciatore invita le autorità ucraine ad aprire il proprio mercato, che vale 40 milioni di euro, e per far ciò è necessario che gli investitori percepiscano cambiamenti positivi nel mondo degli affari di questo Paese.
Fonte: «Evropejskaja Pravda»
Kiev, Zoja Oskolkova
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