Anche le mucche risentono della crisi. Il nuovo ministro dell'Agricoltura della Federazione, Alexander Tkachev, ha lanciato l'allarme per l'aggravarsi della situazione nel settore dell' allevamento da latte in Russia. Secondo le stime, per la ripresa del settore sono necessari grandi investimenti finanziari e sovvenzioni e, solo in caso di condizioni favorevoli, tra almeno 7 anni il Paese sarà in grado di coprire il fabbisogno di latte.
Intanto, gli esperti del settore temono che già nell'imminente futuro possa esserci un grave calo della produzione di latte quantificabile tra 1 e 2 milioni di tonnellate all'anno. Attualmente, a causa dell'embargo alimentare imposto dalla Russia a causa delle sanzioni il prezzo è aumentato del 40% rispetto all'anno scorso. Si tratta, inoltre, del secondo anno di crollo delle quantità di latte munto, con la riduzione del 18% della produzione di latticini «in forma solida».
Si è venuta a verificare una situazione paradossale: all'interno del paese i prezzi del latte sono in aumento mentre sui mercati mondiali i scendono. Come hanno riscontrato gli esperti dell'Associazione russa «Soyuzmoloko», i paesi produttori di latte più vicini (Bielorussia e Kazakhstan) stanno cercando di estromettere gli imprenditori russi dal mercato, praticando la politica di abbassamento dei prezzi.
Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha intimato al Ministro di studiare a fondo la situazione e risolverla con urgenza. Ma, secondo gli esperti, non sarà impresa semplice. Per prima cosa è necessario allevare le mucche, fecondarle e farle partorire. Solo dopo saranno in grado dare il primo litro di latte e il recupero sarà, dunque, possibile trascorsi almeno tre anni. Non si può forzare la natura: il ciclo per la produzione di latte dura almeno sei anni.
Tuttavia, il grande problema sta nel fatto che gli investimenti in questo campo non sono allettanti come quelli in altri settori agricoli. Il latte, in realtà, è un prodotto «sociale»: non dovrebbe essere troppo costoso quanto, ad esempio, può esserlo la carne. E i bassi margini di guadagno non incoraggiano certo gli investitori.
Secondo le stime degli esperti, il settore «zoppica» anche a causa dei dazi applicati all'importazione dei latticini troppo bassi (15%). Probabilmente proprio con il suo aumento è necessario iniziare la riforma del mercato di latte.
Fonte: «Novye Izvestija»
Mosca, Zoja Oskolkova
© 2015, «New Day – Italia»