Conflitto militare, alta inflazione e instabilità politica. L'Ucraina non è più attraente per gli investitori. Secondo il vice-ministro della Giustizia, Anton Yanchuk, gli stranieri che hanno immesso sul mercato i loro capitali, stanno passando alle vie legali per riscuotere più di 7 miliardi di euro. Sono 21, infatti, le richieste di restituzione pervenute da società estere. Tre anni fa il numero era decisamente più basso.
Pochi giorni fa la Verkhovna Rada ha dato il via libera al governo ucraino per introdurre una moratoria temporanea sul rimborso del debito estero ai creditori privati. Gli esperti però ritengono che gli investitori europei abbiano ancora la possibilità di recuperare i propri soldi semplicemente mettendo sotto sequestro proprietà o attività in Ucraina (la terra, le banche, i porti).
La legge è a favore degli imprenditori stranieri che hanno investito in Ucraina. Tutti gli accordi vengono formalizzati nella giurisdizione inglese.
E per far fronte ai suoi obblighi, Kiev dovrà attingere da tutti gli attivi dello Stato, bloccando i fondi degli uffici giudiziari, i conti delle ambasciate e di tutte le amministrazioni statali.
Secondo l'ex Primo Ministro ucraino, Mycola Azarov, la moratoria del pagamento del debito è un ricatto che condurrà alla chiusura completa dei mercati finanziari per l'Ucraina, una sorta di penalizzazione per le imprese private e il business. Le condizioni economiche rischiano di aggravarsi ulteriormente fino al collasso vero e proprio.
Secondo il Presidente del Centro Analitico Ucraino, Alexander Okhrimenko, i cittadini sanno bene che l'Europa non inonderà il mercato di soldi anche perché, per i potenziali investitori, non conta tanto la lotta contro alla corruzione di cui Kiev parla di continuo, ma che non avvengano sequestri di beni con il pretesto della rivoluzione: il denaro deve circolare senza problemi nel sistema bancario con vendite e acquisti facilmente realizzabili in valuta straniera.
L'analista è convinto che gli europei inizieranno ad investire in Ucraina solo nel caso in cui verranno offerti loro rendimenti elevati simili a quelli che possono essere ottenuti attualmente in Cina, India e anche Russia.
L'Ucraina dovrebbe aspirare a diventare il «ponte economico» tra i Paesi della CSI (Comunità di Stati Indipendenti), la Cina, l'India e in generale l'Asia e l'Unione Europea, ha spiegato l'esperto, se ci fosse la possibilità di rivendere i prodotti su altri mercati, gli investitori europei accorrerebbero. Sarebbe un'attrattiva davvero interessante, invece l'Ucraina persegue una politica di autoisolamento, pregiudicando i rapporti commerciali con i paesi della CSI (Comunità di Stati Indipendenti) e della Cina.
Solo un paio di mesi fa le autorità ucraine avevano parlato della volontà da parte degli imprenditori europei di investire in Ucraina. Per il Ministro dello Sviluppo Economico e del Commercio, Aivaras Abromavicius, ciascun Paese dell'UE avrebbe fornito garanzie di investimento. Ma, a quanto pare, le previsioni del Ministro ucraino rimarranno una mera speranza.
Kiev, Zoja Oskolkova
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