L'autorevole quotidiano a stelle strisce, al di sopra di ogni sospetto di simpatie filorusse, ha pubblicato un articolo a firma di Philip Shishkin che ha fatto letteralmente a pezzi il «glorioso» servizio di sicurezza ucraino SBU.
La scia di «gesta eroiche» inizia subito dopo la rivolta di Maidan e i primi segni di ribellione nel Sud-Est del paese. SBU, per stroncare sul nascere le proteste, invia una squadra di agenti superaddestrati per rapire e portare a Kiev uno dei capi dei ribelli. La missione risulta un flop e disastro totale: dopo una fuga di notizie dal quartier generale di SBU, l'intera squadra è stata catturata e, lasciata letteralmente in mutande e bendata, è stata costretta a sfilare in modo umiliante di fronte ai giornalisti russi.
I sospetti si sono subito concentrati sui vertici infedeli di SBU. Allo scoppio della guerra in Donbass alcuni funzionari di SBU hanno rilasciato interviste nelle quali hanno ammesso che il loro fosse infestato di spie russe, simpatizzanti russi e transfughi e un ingente numero dei file coperti da segreto di stato sono stati trafugati e trasferiti in Russia.
Secondo l'autore, gli USA sono poco propensi a condividere le informazioni classificate dell'intelligence con il servizio di sicurezza ucraino SBU per paura che possano cadere nelle mani dei russi. Anzi, le immagini scattate dai satelliti li fanno appositamente deteriorare prima di trasferirle all'intelligence ucraina.
Ufficiali dei servizi segreti ucraini affermano che il predecessore di Valentin Nalivaichenko a guida di SBU (Aleksandr Yakimenko) è stato coinvolto nelle forniture clandestine degli armamenti ai miliziani ucraini nel Donbass.
Yakimenko invece accusa Nalivaichenko di essere un agente della CIA, arruolato dai servizi statunitensi, mentre era il console generale presso l'ambasciata ucraina a Washington. Yakimenko afferma che nel corso di un'indagine congiunta della SBU (di cui era all'epoca il capo) e della Procura ucraina sono stati raccolti i dati dei contatti di Nalivaichenko con servizi statunitensi nel periodo tra il 2006 e il 2010.
Tuttavia la corruzione all'interno di SBU era dilagante, i contatti tra i funzionari dell'intelligence ucraina e russa erano più stretti che mai e ci sarebbe stato un caso della vendita da parte dei funzionari di SBU, con l'ausilio di intermediari russi, di ingenti quantitativi di armi all'Iran e alla Cina.
In un'altra circostanza sarebbe stata registrata (da un ufficiale della scorta, anche lui agente di SBU) su un dispositivo audio la conversazione dell'allora presidente ucraino Leonid Kuchma su una possibile fornitura dei radar antiaerei a Saddam Hussein.
E' un fatto davvero singolare che proprio Leonid Kuchma è stato nominato dall'attuale presidente ucraino Petr Poroshenko capo dei negoziatori per Kiev nei negoziati con ribelli del Donbass a Minsk.
In un'altra conversazione registrata dallo stesso ufficiale della scorta, maggiore Mykola Melnichenko, l'ex presidente ucraino Leonid Kuchma chiede di «sistemare» il giornalista d'opposizione Georgi Gongadze. Per tutta la risposta l'ex capo di SBU Leonid Derkach ha detto che il giornalista era già sotto la sorveglianza e in breve sarebbe stato sistemato. Poco dopo il giornalista era rapito, strangolato, decapitato e sepolto in segreto.
Un generale della polizia, Alexei Pukach, che visse indisturbato in Ucraina per oltre 12 anni, è stato arrestato e. reo confesso, è stato condannato all'ergastolo. Kuchma e Derkach invece hanno negato ogni coinvolgimento nel caso e non sono stati nemmeno processati.
Dopo la proclamazione della Repubblica Popolare di Donetsk quasi un terzo degli organici di SBU sul terreno hanno sostenuto la nuova entità. Aleksandr Khodakovsky, ex paracadutista, e da anni responsabile del reparto antiterrorismo della sede locale di SBU, è diventato responsabile della sicurezza dei separatisti.
Valentin Nalivaichenko capo del servizio di sicurezza ucraino SBU
L'attuale capo di SBU Valentin Nalivaichenko definisce il suo ex subordinato Aleksandr Khodakovsky «un traditore, il quale, sfruttando le sue conoscenze, ha chiamato il numero del cellulare di uno degli agenti, riuscendo a carpire i dati riguardanti la missione, e comunicando le informazioni ai separatisti».
Aleksandr Khodakovsky responsabile di sicurezza dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk
Dal canto suo, Aleksandr Khodakovsky smentisce con risolutezza, sostenendo che «gli ex commilitoni rimangono la mia famiglia e sarebbe impensabile tradire loro».
Secondo quanto scritto dal giornalista statunitense, dopo la nomina a capo del servizio di sicurezza ucraino SBU Valentin Nalivaichenko ha avviato la campagna di «de-KGBzzazione» dell'apparato della sicurezza ucraino.
Alle accuse di legami con KGB (la scuola d'elite di spionaggio all'estero Yuri Andropov di Mosca, anno 1994) Valentin Nalivaichenko nega ogni coinvolgimento, sostenendo che non ha mai preso i gradi militari. Ciò è vero fino a un certo punto: risulta che i suoi trascorsi nella famosa scuola dell'intelligence russa sono stati premiati...dalla stessa SBU che gli ha riconosciuto il grado militare di tenente-maggiore con il quale è stato formalmente congedato da SBU, dopo essere stato tornato da Mosca.
Il giornalista statunitense scrive che il nuovo logo del servizio di sicurezza ucraino SBU raffigura un'aquila che calpesta un serpente con le due teste coronate (stemma dello stato russo) con il motto «L'aquila non cessa mai di volare».
C'è un motto simile riguardante agenti del KGB: «Un agente del KGB, una volta arruolato, mai si congeda».
Sarà una pura coincidenza? Sarà pure...
Non lo sembra affatto invece che il signor Valentin Nalivaichenko, compromesso con il KGB se non fosse altro per la semplice circostanza dei suoi trascorsi alla scuola d'intelligence d'elite KGB Yuri Andropov di Mosca e il successivo conferimento del grado militare di tenente-maggiore, fosse scampato alla legge di «lustrazione» ucraina.
La legge, fortemente voluta dall'attuale presidente ucraino Petr Poroshenko e dal primo ministro ucraino Arsenij Yatseniuk, «miracolosamente» non ha riguardato il capo del servizio di sicurezza ucraino SBU Valentin Nalivaichenko.
Lo scopo delle legge era di ripulire l'apparato statale da persone compromesse in passato con il partito comunista sovietico (PCUS) e l'apparato di sicurezza del KGB.
La legge ucraina è uguale per tutti, ma, evidentemente qualcuno (nella fattispecie l'attuale capo del servizio di sicurezza ucraino Valentin Nalivaichenko) è più uguale degli altri.
O forse, il capo di SBU ha dei potenti protettori, magari altre talpe di chissà quali (e/o quanti!) servizi segreti stranieri...
Davvero l'aquila non cessa mai di volare...finchè non le tarpano le ali i suoi stessi padroni, stufi di una scarsa efficienza e resa del rapace.
Roma, Vsevolod Gnetii
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