È quanto pianificano i deputati della Duma, intenzionati, nell'ambito della politica protezionistica e di sostegno dei produttori nazionali che hanno avviato, a contenere la supremazia dei marchi stranieri. Si cercherà, a questo scopo, di fare in modo che i produttori russi di abbigliamento possano conquistare il cuore dei concittadini, per contrastare la tendenza all'acquisto di prodotti di importazione. La strada, però, sarà in salita: in primo luogo, la maggior parte dell'abbigliamento, in Russia, proviene dall'estero; in secondo luogo, la produzione delle imprese sopravvissute all'URSS non è in grado, attualmente, di competere con i prezzi stracciati della merce cinese.
Fino a poco tempo fa, ben il 90% dei capi di abbigliamento era di provenienza straniera. Negli anni 90', periodo nel quale il Paese ha subito cambiamenti radicali nell'assetto politico ed economico, la produzione dell'industria leggera si è ridotta di dieci volte rispetto a quella dell'URSS. Inoltre, le imprese che sono state risparmiate dal fallimento in quel periodo sono costrette ad acquistare le forniture all'estero, il che, in questa congiuntura di svalutazione del rublo, le rende ancor più dipendenti dai fornitori stranieri.
Le autorità, intenzionate a porre termine a questo stato di cose, hanno elaborato una strategia atta a far sì che, fra due o tre anni, periodo entro il quale, secondo i pronostici, cominceranno a vedersi gli effetti della campagna a sostegno dei produttori nazionali, gli acquirenti russi si sentano finalmente invogliati ad acquistare capi made in Russia. Per prima cosa, attori, conduttori televisivi, star dello show business, ma anche rappresentanti del potere, come politici e funzionari statali, porteranno le creazioni di stilisti russi, divenendo così una pubblicità vivente dei marchi nazionali; verranno inoltre coinvolti, in questa politica di promozione, anche personaggi di calibro internazionale, visto che alcuni couturier russi sono divenuti noti al di fuori della Paese, ma non sono riusciti a ritagliarsi un posto al sole a causa del predominio dei giganti della moda. Un positivo ritorno, recentemente, si è avuto con la diffusione massiccia delle magliette con il ritratto di Putin, indossate da star del calibro di Mickey Rourke e Steven Seagal. Anche gli scolari diventeranno promotori dell'industria leggera nazionale: attualmente, nonostante non esista un dress code, per loro, come ai tempi dell'URSS, si pensa di dotare i bambini delle famiglie meno abbienti di divise di produzione esclusivamente russa, in modo non solo di stimolare la produzione nazionale, ma anche e soprattutto di migliorarne gli standard qualitativi.
I deputati ritengono che le prospettive di ripresa e sviluppo del mercato interno siano molto buone, anche perché, grazie all'aumento dei prezzi delle merci di importazione susseguito al divario nella quotazione delle divise nazionali, i costi di produzione, in Russia, verrebbero abbattuti del 20%. Inoltre, le partite di produzione tessile, in virtù del venir meno dei costi di consegna e dei dazi doganali, avrebbero all'incirca, per il consumatore, un costo competitivo rispetto a quelle provenienti dalla Cina. Proprio grazie a queste vantaggiose condizioni, molti brand stanno trasferendo parte della loro produzione in Russia, mentre alcuni marchi minori, con un volume ridotto di partite, vorrebbero trasferirvi completamente la base industriale. Dal canto loro molti imprenditori ritengono che il governo potrebbe coadiuvare questo processo annullando, ad esempio, i tassi di importazione e la tassa sulle attrezzature produttive.
Mosca, Zoja Oskolkova, Chiara Caccialanza
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