L'industria svedese del riciclaggio dei rifiuti ha il deficit di materie prime e perciò ne importa volentieri da altri paesi. I principali fornitori sono Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, così come i vicini del blocco dei paesi nordici – Finlandia, Danimarca e Norvegia.
Lo smaltimento dei rifiuti urbani, il trasporto, la bonifica dell'ambiente e la vendita dell'energia erogata formano il mercato unico, che unisce le aziende operanti nel settore dei rifiuti urbani in Svezia. Gli stabilimenti svedesi per lo smaltimento dei rifiuti producono energia elettrica sufficiente per illuminare 950 mila abitazioni e generano calore sufficiente per riscaldare altre 250 mila case.
Tuttavia c'è un punto molto debole: per il riciclaggio di materie prime non paga il consumatore (l'impianto per il riciclaggio dei rifiuti), ma il fornitore (l'amministrazione di un'entità municipale oppure di un'impresa industriale). Le importazioni annuali di rifiuti verso la Svezia raggiungono due milioni di tonnellate. Gli stabilimenti svedesi per l'incenerimento dei rifiuti crescono in questi ultimi anni, come funghi dopo la pioggia. Il che, secondo le leggi del mercato, porta a una diminuzione dei prezzi per i loro servizi.
Le autorità di molte regioni della Norvegia hanno trovato un modo per risparmiare e hanno cominciato a consegnare i loro rifiuti per il riciclaggio all'estero. Questo porta però a un altro problema: i centri norvegesi, che potrebbero bruciare questi rifiuti, a loro volta sono costretti a importarli dalla Gran Bretagna.
Di conseguenza, i rappresentanti dell'industria norvegese dei rifiuti hanno lanciato accuse contro i loro concorrenti svedesi. Inoltre, i norvegesi hanno colto gli svedesi in flagrante su price dumping, che, secondo loro, ostacola lo sviluppo della nascente industria norvegese del riciclaggio dei rifiuti, accusando loro di ostacolare lo sviluppo di un ecocompatibile sistema di riscaldamento regionale. Il trasporto di rifiuti nei luoghi di riciclaggio provoca danni all'ambiente, ma, tuttavia, gli svedesi affermano che sono insignificanti rispetto ai benefici.
Secondo l'Associazione svedese per il riciclaggio e il riutilizzo dei rifiuti, l'incinerazione di tre tonnellate di rifiuti urbani sprigiona la stessa quantità di energia come quella dell'incinerazione di una tonnellata di benzina oppure due tonnellate di carbone. Nonostante il fatto che il metano in discariche fosse una delle principali cause dell'effetto serra del pianeta, i norvegesi considerano argomenti dei loro vicini infondati. Il fatto è che nella Norvegia, a differenza, ad esempio, dalla Gran Bretagna, le discariche a cielo aperto sono vietate dal 2009.
Gli ecologisti si lamentano che il basso prezzo del riciclaggio dei rifiuti in Svezia priva i cittadini di uno stimolo per differenziare e riciclare i rifiuti. Secondo le statistiche ufficiali, la quantità dei rifiuti urbani differenziati in Norvegia è diminuita nel corso degli ultimi sei anni, passando dal 44% al 37%. Gli esperti ritengono che gli svedesi debbano tenere d'occhio l'Europa dell'Est e cercare le materie prime in quei paesi, dove l'unica alternativa sono le discariche a cielo aperto.
Nonostante la direttiva europea, mirata alla riduzione della quantità di rifiuti portati in discariche del Vecchio Continente entro il 2025, la quantità dei rifiuti ivi accumulata aumenta di oltre 100 milioni di tonnellate all'anno.
Stoccolma – Oslo, Zoja Oskolkova
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