Pubblicazioni del 10/09/15 (Archivio)

Questa dolce parola – «embargo» / Vivere sotto le sanzioni occidentali: i cittadini russi ci hanno preso gusto
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Questa dolce parola – «embargo» Vivere sotto le sanzioni occidentali: i cittadini russi ci hanno preso gusto

Secondo i sondaggi sociologici, il 70% dei russi sostiene l'estensione e la proroga dell'embargo dei prodotti alimentari degli Stati Uniti e degli stati-membri dell'UE, ossia controsanzioni nazionali, in risposta alle sanzioni occidentali applicate alla Federazione Russa. Allo stesso tempo, la gente è diventata più esigente nella scelta dei prodotti e legge attentamente le diciture poste sulle confezioni, ed i produttori usano diversi trucchi per attirare l'attenzione dei consumatori russi verso i nuovi prodotti alimentari.

I giornalisti del «Moskovsky Komsomolets» hanno condotto la propria inchiesta e sono andati nei negozi di diverse categorie di prezzo per scoprire che cosa è cambiato sul mercato alimentare russo e nei panieri dei semplici cittadini. Ciò che allieta la vista è che non ci siano banchi vuoti: i russi non sperimentano alcun deficit di formaggi, carne e salumi, – sottolinea il giornale. È cambiata notevolmente la geografia dei produttori e ciò ha avuto l'impatto sui prezzi: i formaggi provenienti dall'Argentina e dalla Tunisia si vendono sui banchi dei supermercati costosi, mentre i supermercati più economici offrono ai clienti i formaggi bielorussi.

Tuttavia, non è detto che il formaggio sia stato prodotto in Bielorussia, l'importante è il marchio del produttore, con il quale la grande distribuzione ha stabilito i rapporti d'affari. Banchi sono pieni anche dei formaggi russi, e se sulla confezione del famoso parmigiano c'è la bandiera italiana – questo non significa nulla. Secondo le commesse, il formaggio è di origine italiana, perciò i produttori hanno deciso di sfruttare questo fatto per scopi pubblicitari e hanno messo il tricolore del Bel Paese sulla confezione.

Proprio sotto gli occhi c'è il formaggio lituano «Svalia», la cui importazione in Russia era stata vietata già tante volte. In questo caso, i produttori sono riusciti ad aggirare le sanzioni grazie alla presenza della dicitura magica sulla confezione – «senza lattosio». Il fatto è che non vi è alcun divieto d'importazione dei prodotti senza lattosio. Secondo le statistiche, quasi il 16-18 % della popolazione russa è intollerante a questa sostanza, ma la produzione di questo tipo di latte non ha ancora preso piede nel paese.

Nella sezione di vini è la stessa storia come con i formaggi. Banchi dei supermercati costosi sono pieni di vini italiani, di quelli più economici – dei vini armeni e georgiani. I clienti sono sorpresi dal fatto che i vini italiani si vendono nei negozi russi. Tutto però è nei limiti consentiti dalla legge: le sanzioni si applicano soltanto ai prodotti deperibili. Tuttavia, i russi da sempre preferiscono sempre i vini italiani.

Va notato che i cittadini sono pronti a pagare i prezzi più alti per i prodotti di lusso. In precedenza nei negozi di prodotti premium portavano gli alimentari direttamente dall'estero. Proprio questo era il fiore all'occhiello e un motivo d'attrazione per i loro clienti, che erano disposti a pagare il doppio o il triplo prezzo, sapendo che la carne è stata portata direttamente dalla Germania a bordo dell'aereo. Ora non è più così, ma negozi stanno cercando di continuare a sorprendere.

Produttori russi cercano di migliorare gli standard di qualità dei generi alimentari, equiparandoli a quelli occidentali, ai quali la gente ormai è abituata da tempo. Il contenuto del paniere non è cambiato molto: i russi preferiscono sempre mangiare ortaggi, latte, mortadella e salumi. I prezzi sono aumentati dal 3% al 65%. Gli esperti trovano molto strano il fatto che i portafogli si stringono, ma la gente rimane fedele all'idea dell'embargo.

Ciò che è veramente cambiato sono le marche degli alimentari. Secondo i sociologi, solo il 2% dei russi non è riuscito a trovare un sostituto del loro cibo preferito. Gli altri hanno trovato una via d'uscita dal labirinto delle sanzioni. All'inizio, consumatori russi erano sbalorditi dalla comparsa degli alimentari provenienti dai paesi lontani.

Perciò, a metà dello scorso anno tutti sceglievano i generi alimentari in base al principio di novità: prima era il formaggio italiano, ora c'è quello argentino, e bisogna assaggiarlo a prescindere dal prezzo. Nel corso degli ultimi un anno e mezzo l'atteggiamento dei consumatori russi è gradualmente cambiato. Dalla curiosità e dall'euforia innescata dai produttori latinoamericani- «i nostri prodotti sono migliori, le nostre mucche mangiano la migliore erba» – a una scelta cosciente e consapevole di cosa comprare e cosa mangiare.

Ora i russi, guidati dai mass media e seguendo con attenzione l'evolversi della situazione internazionale, sono diventati più esigenti nella scelta del cibo e delle bevande. Per cui adesso la gente cerca più attentamente i prodotti che si adattano agli standard di qualità. Sia il governo, che un certo numero di aziende sta cercando di immettere sul mercato i prodotti che potrebbero soddisfare tutti i gusti.

Il fatturato e i profitti delle imprese russe operanti nel settore agro-alimentare durante questo periodo sono aumentati. Secondo i dati di una delle più grandi catene di negozi, la quota dei prodotti nazionali in questi supermercati ha superato il 90%. Sui banchi ci sono già il 97% dei prodotti a base di carne di produzione nazionale, il 95% del latte e latticini e il 43% di ortaggi. E questo non è ancora il limite massimo.

Mosca, Ekaterina Rudnik

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