Le più recenti tecnologie e progressi scientifici spesso spingono gli scienziati alle varie iniziative, anche quelle completamente folli che rappresentano rischi per l'intera umanità e una seria minaccia di un'irreversibile catastrofe globale. Segue la descrizione dei tre progetti sviluppati nel secolo scorso dagli scienziati sovietici, la cui mancata realizzazione permette a tutti noi di tirare un sospiro di sollievo.

La peste come arma

Uno dei progetti più scioccanti e deliranti dell'Unione Sovietica sono sicuramente gli studi per l'impiego di batteri della peste e di agenti patogeni che causano il vaiolo e l'antrace, per scopi militari.

La peste causò la morte del 60% della popolazione europea nel XIV secolo. Nel 1969 l'Unione Sovietica ha firmato La convenzione sulle armi biologiche e tossiniche (Biological and Toxin Weapons Convention), mentre negli anni '80 del secolo scorso l'Istituto di ricerca pansovietico ha sviluppato una bomba a base della peste, al fine di utilizzare il virus come arma batteriologica.

Lo scandalo ha avuto una vasta eco dopo le dichiarazioni dello scienziato sovietico Vladimir Pasečnik, fuggito in Occidente nel 1989. Secondo lui, la carica della bomba era composta del bacillo della peste in polvere, contenuta in una capsula di polimero. Per fortuna, questa bomba non è mai stata usata.

L'esercito degli ibridi

La storia conosce un esperimento di natura molto dubbia condotto dal professore sovietico Ilya Ivanov, il cui scopo era la creazione degli ibridi tra esseri umani e scimpanzé da utilizzare per scopi militari. Alla fine degli anni '20 del secolo scorso lo scienziato ha effettuato la fecondazione artificiale delle due femmine di scimpanzé con lo sperma umana ricevuta dai donatori volontari. Tuttavia non si è riusciti a generare la prole nel corso di questi esperimenti.

Inoltre Ivanov aveva ipotizzato la fecondazione delle donne con lo sperma di scimpanzé, ma per motivi etici questo progetto è stato bersaglio di forti critiche, e non esistono prove documentate documenti a conferma della conduzione di simili esperimenti sotto la guida del professore Ilya Ivanov. Ufficialmente gli studi in questo campo sono stati bloccati nei primi anni '30. Le tracce però sono conservate nel magnifico romanzo breve di Mikhail Bulgakov «Cuore di cane» che risale appunto proprio a quell'epoca.

L'esplosione nucleare sulla Luna

Il progetto A119 è stato concepito all'inizio della corsa allo spazio tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Sullo sfondo dei primi successi dell'Unione Sovietica nel campo dell'esplorazione dello spazio, ossia il lancio del primo satellite sull'orbita della Terra, a qualcuno nell'Aeronautica Militari statunitense è saltato in testa che l'esplosione di una carica nucleare sul lato oscuro della Luna sarebbe un modo magnifico per mostrare la propria forza. Si è ipotizzato, che la nube radioattiva sarebbe stata ben visibile a occhio nudo dalla Terra.

Per la grande gioia dell'intera umanità né il progetto A119, né il suo analogo sovietico E-4 sono mai andati in porto. Il progetto A119, così come E-4, potrebbero essere stati pericolosi per gli abitanti della Terra in caso di un guasto al momento del lancio. Sono state prese in considerazione anche le possibili conseguenze di contaminazione radioattiva di vasti territori sulla Luna, i quali in futuro potrebbero essere utilizzati per le ricerche sulla Luna e per la sua colonizzazione.

Mosca, Ekaterina Rudnik, Vsevolod Gnetii

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