Una storia un po' mistica è accaduta in questi giorni riguardo allo scrittore Viktor Pelevin. I suoi ammiratori hanno dato notizia della sua morte. Lo testimonia un post sulla più importante comunità di fan di Pelevin in lingua russa su Facebook.

«Amici, ammiratori, oggi abbiamo ricevuto una notizia molto triste dalla Germania: Viktor Pelevin è deceduto la notte scorsa durante una seduta spiritica... I funerali si terranno dopodomani a Gelsenkirchen» ‒ recita la scritta sulla pagina della comunità.

La maggior parte degli ammiratori dell'opera dello scrittore ha però dubitato della veridicità del messaggio, sospettando subito che si trattasse di un tentativo per attirare su di sé l'attenzione pubblica. Uno degli utenti ha fatto notare che attualmente Pelevin non si trova in Germania, ma alla fiera del libro in un altro paese, dove deve presentare il suo nuovo libro «La lampada di Matusalemme, ovvero l'Ultima battaglia dei čekisti con i massoni», uscito l'8 settembre.

«La lampada di Matusalemme, ovvero l'Ultima battaglia dei čekisti con i massoni»

In seguito, l'informazione sulla morte di Viktor Pelevin è stata smentita dalla casa editrice «Eskmo», la quale pubblica i libri dello scrittore.

D'altronde, la comunità dei fans che aveva annunciato il trapasso di Pelevin nel post successivo si è giustificata asserendo che «la seduta era spiritica, dalla parola «spirito», cioè alcol». «Comunque, l'hanno rianimato. Tutto OK» ‒ si dice sulla loro pagina del social network.

Viktor Pelevin è uno degli scrittori russi contemporanei più popolari. Ha acquisito notorietà nella seconda metà degli anni '90 grazie ai romanzi «Omon Ra», «la vita degli insetti», "Čapaev e Pustota» (tradotto in italiano come «Il mignolo di Buddha») e anche a un cospicuo numero di romanzi brevi e racconti. Il vero culmine della fama di Pelevin è stato però il romanzo «Generazione P» (tradotto in Italia anche in versione «Babylon»), che ha venduto 3,5 milioni di copie in tutto il mondo, ricevendo una gran quantità di premi in Russia e in Europa.

Mosca, Zoja Oskolkova

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