Un'abitante della città di Ussurijsk (della regione del Primor'e, in Russia) ha registrato in una palazzina abbandonata più di novemila persone.
In otto mesi, nel 2015, una donna trentaduenne ha registrato in una palazzina a due piani 9.117 cittadini uzbechi, kirghisi, tagichi, azeri, armeni, kazaki, cinesi, ucraini, moldavi e bielorussi. È stato accertato che di fatto essi non vivevano nel luogo di residenza e lo stesso edificio è abbandonato e non più adibito a uso abitativo.
Di conseguenza il tribunale di Ussurijsk ha riconosciuto la donna colpevole di registrazione fittizia di cittadini stranieri, condannandola a una multa di 1.500 euro.
Ricordiamo che per la legge russa tutte le persone che risiedono nel territorio della Federazione russa devono avere l'attestato di residenza. I nuovi arrivati possono fare una registrazione temporanea, senza la quale è praticamente impossibile trovare lavoro. Tuttavia gli stranieri che vengono a svolgere lavori stagionali non sempre hanno la possibilità di registrarsi presso parenti o amici.
Già da molti anni in Russia esiste l'espressione «appartamenti elastici» per definire quei locali in cui vengono registrate anche più di cento persone, ovviamente in cambio di un compenso in denaro, anche se di fatto non ci abitano. Le autorità combattono con solerzia questo fenomeno. Tanto che tre anni fa in Russia è stata approvata la legge sugli «appartamenti elastici». Essa prevede per la registrazione fittizia di cittadini una multa dai 1.500 agli 8.000 euro, tre anni di lavori socialmente utili o la detenzione.
Ussurijsk, Zoja Oskolkova
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