Nella città siberiana di Čita nell'ultimo mese sei adolescenti sono rimasti vittime di giochi con tendenze suicide. Tutti loro facevano parte dei «gruppi della morte» sui social. Gli scolari si trovano ora sotto assistenza psicologica intensiva.
Cinque minori di 16-17 anni e una bambina di 11 sono stati ricoverati all'ospedale psichiatrico della città dalla fine di febbraio a oggi. Quattro di loro provengono da famiglie considerate benestanti e socialmente inserite. Il loro comportamento anomalo è stato notato dai genitori. Gli altri due minorenni ospedalizzati provengono invece da orfanotrofi. Lo ha reso noto il ministero della Sanità del territorio della Transbajkalia.
Tutti gli scolari comunicavano attivamente in Internet, erano iscritti ai «gruppi della morte», partecipavano al gioco «La balena blu». Gli adolescenti si infliggevano lesioni corporali su ordine dei curatori che lasciavano i compiti da svolgere sui social. È proprio in questa fase che i genitori hanno notato delle anomalie nei ragazzi e si sono rivolti al servizio sanitario.
Gli organizzatori dei «gruppi della morte» cercano scrupolosamente di tenere lontane le loro vittime dall'influenza degli adulti, costringendoli a nascondersi, a mantenere segreta la loro attività e a ridurre la comunicazione con i loro genitori al minimo. Il gioco «La balena blu», assicurano i medici, è mirato a destabilizzare la psiche dei ragazzini.
Nella maggior parte dei casi i macabri compiti svolti dagli adolescenti che partecipano al gioco sono dettati esclusivamente dalla fantasia del curatore. L'attività maggiore avviene verso le quattro del mattino. I medici ritengono che la scelta dell''orario non sia casuale. A parte il fatto che nel mezzo della notte è difficile che qualcuno possa impedire a un ragazzino di commettere qualcosa di strano, in questa fascia oraria il cervello si trova in fase di sonno profondo e le informazioni vengono accantonate nel subconscio. Ha luogo una mescolanza del sogno con la realtà e un adolescente non è in grado di percepire le proprie azioni come qualcosa di reale.
Ai ragazzi viene fatta ascoltare musica oppressiva, vengono fatti guardare film dell'orrore e leggere libri riguardanti i suicidi. Gli scolari vengono incitati a infliggersi lesioni corporali, creando così l'impressione che abbiano inclinazioni suicide, in modo che per le forze dell'ordine successivamente diventi complicato dimostrare che si tratta di induzione al suicidio.
Al momento tutti i minori coinvolti si trovano sotto l'assistenza qualificata di psicologi e psicoterapeuti. Sono inoltre sottoposti a terapia farmacologica. I medici sottolineano il fatto che il ritorno alla normalità degli adolescenti che hanno preso parte a giochi suicidi è un processo lungo che esige notevoli sforzi e che è impossibile senza il coinvolgimento dei medici.
Čita, Zoja Oskolkova
© 2017, «New Day – Italia»