Un lungo viaggio dalla Siberia a Mosca con un aereo e nel bagaglio...la bara con il proprio figlio.
La 68-enne avvocatessa Valentina Preina ha contattato una delle cliniche più prestigiose di Mosca, Istituto di Neurochirurgia «N.N. Burdenko», dicendo che suo figlio versava in gravissime condizioni, ma era vivo e che avrebbe bisogno di un'autoambulanza dotata di impianti di rianimazione per portarlo in clinica.
Il personale medico giunto nell'aeroporto moscovita di Domodedovo si è trovato di fronte una macabra sorpresa – la bara con il defunto. La donna poi ha detto di essere certa che il personale della clinica sarebbe in grado di resuscitarlo.
Vladimir Dubinin, il 35-enne ufficiale della polizia, figlio della donna, nel tentativo di sedare una rissa una anno fa è stato colpito più di una volta, gravemente ferito, ed era entrato in un coma profondo.
L'uomo, accudito dalla madre che non abbandonava mai il reparto di terapia intensiva dove era ricoverato, era artificialmente mantenuto in vita da apparecchiature mediche, che alla fine di marzo sono state staccate e l'uomo è spirato.
La donna, afflitta dal dolore, si è fissata con l'idea di poter resuscitare il figlio. Così ha contattato la clinica Burdenko di Mosca, dicendo che era in coma, ma vivo. Nello stesso tempo la donna, nella sua lucida follia, ha fatto il disbrigo delle pratiche burocratiche per il trasporto della salma, motivandolo con la sepoltura nei pressi di Mosca.
Inizialmente il personale medico giunto nell'aeroporto a bordo di un'autoambulanza di rianimazione ha considerato la donna, la quale raccontava incessantemente della malattia del proprio figlio, del tutto normale, chiedendo con l'impazienza di vedere il paziente.
Alla vista della bara i medici hanno capito tutto, si sono girati e se ne sono andati via in fretta.
La bara con il defunto inizialmente è stata sistemata nel deposito bagagli dell'aeroporto per essere poi trasportata nell'obitorio.
La donna invece è stata accompagnata all'ufficio assistenza psicologica aeroportuale dove con insistenza ripeteva: «Il mio figlio lo farò resuscitare a tutti i costi!".
Più tardi la madre inconsolabile e afflitta dal dolore immenso è stata ricoverata in una delle cliniche psichiatriche di Mosca.
Irkutsk, Vsevolod Gnetii
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