Alla Duma di stato della Federazione russa è in esame l'idea di concedere agli ex connazionali una speciale «russian card», sul modello della «green card» americana. Il documento attesterebbe l'appartenenza di un cittadino di uno dei paesi della CSI o dei paesi baltici al popolo russo.
I possessori di queste «card», secondo la pensata dei deputati, usufruirebbero del permesso di lavoro, dell'istruzione gratuita, dell'assistenza medica e anche di sconti sui biglietti per la Russia. La «russian card» è un documento che, anche se non dà la cittadinanza russa, restituisce ai connazionali molti diritti loro spettanti. Essi potranno studiare e lavorare in Russia come gli altri cittadini. Oppure venire in Russia senza dover pagare il visto. Così assicurano gli autori del documento.
Nel caso che il progetto venisse approvato, le «green card» russe comincerebbero a essere emesse a partire dal 1° gennaio 2018. Si prevede che tale provvedimento possa favorire la coesione dei valori parentali, etnici e linguistici del popolo russo nei paesi stranieri.
Secondo gli autori dell'iniziativa, si tratterebbe di un aiuto concreto a milioni di connazionali che in seguito alla dissoluzione dell'URSS si sono venuto a trovare oltre i confini della loro patria. E che malgrado le condizioni estremamente difficili sono rimasti patrioti russi, difensori delle tradizioni dei padri.
Gli esperti ritengono che la «green card» russa avrà un gran successo. Tuttavia sottolineano come la possibilità di ottenere tale documento debba avvenire entro i confini dell'attuale Russia, e non di quelli dell'Unione sovietica. È anche vero che la «green card» diverrà una scappatoia per i lavoratori migranti e i problemi dell'immigrazione non faranno che aumentare.
Mosca, Ivan Gridin
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