Degli scienziati russi hanno proposto di creare una «banca delle conseguenze», un sistema informativo che permetta di calcolare le possibili conseguenze della caduta di un meteorite sulla Terra durante la sua fase di avvicinamento.
Gli scienziati dell'Accademia delle scienze della Russia hanno ottenuto una sovvenzione dal Fondo scientifico russo per elaborare un software per la creazione di una «banca delle conseguenze» delle collisioni di corpi celesti pericolosi con la Terra. Questa banca dati è fondamentale per poter prendere, davanti alla minaccia di una catastrofe, decisioni rapide ed efficaci.
Come affermano i ricercatori, di solito una catastrofe naturale di grosse proporzioni è preceduta da delle avvisaglie. Per esempio, la tristemente nota onda di tsunami in Giappone ha colpito Fukushima un'ora dopo il terremoto, vale a dire con un lasso di tempo molto breve per intervenire. In tali situazioni non c'è tempo di fare calcoli, ma bisogna già avere a disposizione delle tabelle in cui, consultando i parametri che descrivono il terremoto, siano riportati in anticipo i dati sulle conseguenze calcolate per quel dato territorio e i diversi possibili provvedimenti. Gli scienziati propongono di redigere su questo modello delle tabelle delle conseguenze della caduta di corpi celesti nelle zone più a rischio della Russia.
La necessità di tale progetto è stata dimostrata dalla caduta di un meteorite negli Urali meridionali nel 2013. Se allora la popolazione fosse stata allertata per tempo, si sarebbe potuta evitare tutta una serie di spiacevoli conseguenze. In futuro questo programma potrebbe essere approvato anche dall'ONU. Il progetto ha infatti un carattere globale ed è particolarmente attuale per gli abitanti delle isole, dell'Africa e dell'Asia.
Ricordiamo che un meteorite entrò nell'atmosfera terrestre il 15 febbraio 2013 sopra la regione di Čeljabinsk, in Russia, provocando una forte esplosione nell'atmosfera all'altezza di 23 km e la caduta di numerosi frammenti su un territorio molto esteso. L'esplosione venne osservata da centinaia di migliaia di persone negli Urali e nel nord del Kazakistan.
Mosca, Zoja Oskolkova
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