Gli specialisti del Laboratorio di fisica del clima e dell'ambiente dell'Università federale degli Urali hanno fatto una previsione poco consolante: entro il 2017 parte del territorio di otto regioni della Russia finirà sott'acqua.
In collaborazione con accademici francesi, tedeschi e giapponesi, gli scienziati russi hanno effettuato delle simulazioni dei cambiamenti climatici che toccheranno la zona artica del paese nei prossimi 50 anni.
Tali conseguenze saranno causate dallo scioglimento del permafrost, e nella zona più a rischio, in particolare, ci sono le regioni di Archangel'sk, Murmansk, Il circondario autonomo Jamalo-Nenec, la Jacuzia, la repubblica dei Komi, il territorio di Krasnojarsk, per una superficie totale di 4.270.000 km², più o meno un quarto di tutto il territorio nazionale.
«Dai dati del monitoraggio di diverse stazioni internazionali risulta che le temperature del permafrost nella zona dell'Artico si sono modificate. In passato scendevano fino a -10°C, adesso scendono fino a -5°C. Non appena arriveranno a 1°C, lo strato di giaccio si scioglierà, e tutto cederà» – sottolineano gli specialisti.
Gli scienziati sono convinti che le prime regioni a subire le conseguenze dello scioglimento del permafrost saranno quelle della Siberia occidentale, dove lo strato di ghiaccio è oggi il più sottile. Nella zona a massimo rischio si trovano le città di Salechard e Novyj Urengoj, nel circondario autonomo Jamalo-Nenec, fatto che potrebbe mettere in ginocchio l'industria dell'estrazione del petrolio in quella regione.
Il permafrost è formato da ghiaccio e gelo sotterranei che penetrano per centinaia di metri nelle viscere della terra e che si mantengono per un lungo periodo di tempo. La temperatura sotto lo zero e la presenza di ghiaccio sotterraneo sono i caratteri distintivi di questo fenomeno climatico. Il permafrost occupa il 65% del territorio della Russia.
Ekaterinburg, Zoja Oskolkova
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