I mammut avevano patologie dell'apparato scheletrico tanto quanto gli uomini. A tale conclusione è giunto il paleontologo dell'Università di Tomsk Sergej Leščinskij, dopo aver studiato le ossa dei mammut di Berelëch, in Jacuzia, uno dei più grandi luoghi di ritrovamento di questi animali estinti.
Nel corso delle ricerche lo studioso ha scoperto che circa la metà delle ossa degli antichi mammiferi ha delle tracce di malattie caratteristiche dell'uomo. Lo si riferisce in un comunicato dell'ufficio stampa dell'università. Il paleontologo ha inoltre individuato alcune patologie di questa specie di animali che nessuno al mondo aveva mai individuato prima.
Leščinskij parla ad esempio di una malattia che i medici chiamano «corpo libero endoarticolare» o «chicco di riso». «Si tratta di un frammento, disposto liberamente nella cavità articolare, di tessuto osseo o cartilaginoso staccatosi» – spiega lo scienziato. «Abbastanza di frequente questa patologia s'incontra negli uomini. Quando questo pezzetto va a finire nella cavità articolare provoca un dolore molto acuto. Ed è un sintomo di una malattia grave. Un animale con tale malanno era limitato nei movimenti e spesso diventava una facile preda di altri animali».
Ai mammut è stata inoltre riscontrata un'anomalia come la mancata chiusura dei fori trasversari delle vertebre cervicali. Si hanno poi segni di malattie provocate dai disturbi del metabolismo.
La ricerca conferma l'ipotesi fatta precedentemente dai paleontologi secondo la quale i mammut si sarebbero estinti a causa dello stress geochimico, una conseguenza della carenza di minerali, provocato dai cambiamenti ambientali della Terra.
Tomsk, Zoja Oskolkova
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