Un collettivo internazionale di geofisici, di cui fanno parte anche specialisti russi, ha presentato la mappa dei più grandi supervulcani mai stati attivi sulla Terra.

Sul nostro pianeta, secondo le ricerche degli scienziati, negli ultimi due miliardi e mezzo di anni hanno avuto luogo 15 eruzioni di supervulcani, che hanno provocato la formazione dello stesso numero di grandi province ignee.

La più antica di queste province sorse all'incirca 2,42 miliardi di anni fa nel sud-ovest dell'odierna Australia, mentre la più giovane all'incirca 17 milioni di anni fa nell'ovest dell'America settentrionale, dove attualmente si trova la caldera di Yellowstone.

Il supervulcano si distingue dal vulcano per il fatto che la sua eruzione provoca cambiamenti climatici globali. Il fenomeno è legato alle enormi fuoriuscite di materia dalla litosfera e dal mantello terrestre, più di un trilione di tonnellate, nello spazio circostante. Queste sostanze, finendo nell'atmosfera, ne modificano la composizione chimica e bloccano l'accesso della luce solare, mentre sulla superficie del pianeta si creano i cosiddetti trappi magmatici (un esempio tipico è quello dell'altopiano Putorana in Siberia).

Uno dei più grandi eventi di questo tipo ebbe luogo 252 milioni di anni fa nella zona dell'odierna città russa di Noril'sk, che fu la causa dell'estinzione di massa del Permiano-Triassico, ritenuta una delle maggiori catastrofi della biosfera nella storia della Terra, che provocò l'estinzione del 96% di tutte le specie marine e del 73% dei vertebrati terrestri. La catastrofe fu anche la causa dell'unica estinzione di massa a noi nota degli insetti: per le sue conseguenze scomparve circa il 57% dei generi e il 83% delle specie di tutta la classe degli insetti.

Tomsk, Zoja Oskolkova

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