Gli scienziati di Tomsk durante gli studi della piattaforma artica hanno scoperto emissioni di metano e anidride carbonica in un grandi quantità, dovute allo scioglimento del gelo perenne. Secondo loro, i gas che si sprigionano dalle catene di ghiaccio secolari nei prossimi 10 anni possono «riscaldare» la Terra, portandola alla temperatura critica.
«Lo scenario più duro: il 3-5% delle riserve stimate di idrati può sprigionarsi nell'atmosfera nei prossimi 10 anni, e la concentrazione di metano atmosferico aumenterà di molte volte. Si verificherà il surriscaldamento più significativo rispetto a quello stimato dovuto al raddoppio dell'anidride carbonica nell'atmosfera. In tal caso il Protocollo di Kyoto (previsioni attuali del riscaldamento) sembrerà uno scenario completamente roseo» – ha detto lo scienziato dell'Istituto di scienza marina dell'Accademia delle scienze della Russia Igor Semiletov.
Gli esperti ritengono se gli eventi si svilupperanno seguendo questo scenario, per affrontare le conseguenze della catastrofe ecologica ci vorranno gli investimenti pari a 70 mila miliardi di dollari, la cifra che corrisponde al PIL dell'economia globale.
Secondo gli scienziati, solo durante l'ultima spedizione nell'Artico sono state scoperte circa 500 zone di emissioni di metano anomali. Le emissioni concentrate di metano (fino a centinaia di grammi per metro quadrato al giorno) dalla piattaforma dell'Artico orientale sono state scoperte per la prima volta dalla spedizione russa.
Si fa presente che al progetto del governo russo riguardante gli studi della piattaforma artica partecipano scienziati provenienti da 15 università dei paesi di tutto il mondo, compresi la Russia, la Svezia, l'Olanda, il Regno Unito. Già sono state organizzate due spedizioni nell'Artico: per gli studi del Mare di Laptev e della laguna Ivashkinskaya nell'Oceano Glaciale Artico.
Tomsk, Ivan Gridin
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