Un'équipe di chirurghi australiani ha riataccato la testa ad un bimbo di 16 mesi, che a causa di un grave incidente stradale ha subito decapitazione. I medici hanno promesso che il piccolo tra pochi mesi tornerebbe a una vita normale.
Il piccolo australiano, Jackson Taylor, è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale a metà di settembre: mentre si trovava in auto con la madre e la sorella di 9 anni, la sua auto si è scontrata frontalmente con un altro veicolo. Quasi tutti i passeggeri se a son cavati con ferite lievi. Il piccolino invece era tra la vita e la morte: il suo collo si era rotto. I resultati degli esami nell'ospedale hanno certificato che il cranio del piccolo si era completamente staccato dalla sua colonna vertebrale. Di regola un tale trauma è fatale, ma Jackson era nelle mani del famoso chirurgo Geoff Askin, conosciuto come il padre della chirurgia spinale in Australia.
L'intervento per ripristinare l'integrità della colonna vertebrale danneggiata del bambino è durato ben sei ore. Ora Jackson si sente bene, la sua testa è sostenuta da un dispositivo speciale. Secondo le affermazioni dei medici, fra poche settimane il bambino potrebbe essere dimesso dall'ospedale.
In seguito all'incidente stradale, che ha coinvolto la madre del bambino, la donna si lanciata nella lotta contro la guida irresponsabile. Si è scoperto che la causa immediata dell'incidente è stata la polvere sollevata dai street racers (corridori di strada), che si esercitavano nella corsa abusiva nei pressi dell'autostrada.
Ricordiamo che in Russia ora vive il primo uomo al mondo che ha trovato il coraggio di offrirsi come cavia per il primo trapianto di testa in un altro corpo. È un trentenne programmatore informatico, Valery Spiridonov. Il giovane soffre di una malattia degenerativa, l'atrofia muscolare spinale (o malattia di Werdnig-Hoffmann) che lo ha costretto sulla sedia a rotelle sin dalla nascita. La data dell'intervento è stata fissata per dicembre 2017. Il trapianto sarà effettuato da un'équipe di chirurghi internazionali sotto la guida diretta del neurochirurgo italiano Sergio Canavero. Tuttavia, la maggior parte dei medici ritengono che un tale intervento chirurgico in questa fase di sviluppo della scienza sia impossibile e da escludere a priori poiché quasi certamente causerebbe la morte del paziente.
La testa quasi «decapitata» di Jackson adesso è sostenuta da un dispositivo speciale
Sydney, Zoja Berezina
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