Più di cinquecento atleti hanno partecipato alla Maratona della Grande Steppa in Kazakistan. Gli sportivi hanno sperimentato sulla propria pelle per un giorno i veri abitanti delle steppe e superare la distanza di molti chilometri su terreni accidentati.
Al fine di evitare problemi con il tempo, gli organizzatori della supermaratona internazionale hanno invitato un vero e proprio sciamano, che rabboniva gli spiriti con gli scongiuri e il tamburello, schizzava il kumis (la bevanda tradizionale kazaka a base del latte equina) nel fuoco e chiedeva la benedizione e l'aiuto per gli atleti.
La pista correva lungo la riva del fiume Ili sul sito archeologico Tamgaly Tas, dove sono state scoperte le famose incisioni rupestri del Buddha e immagini degli adoratori del sole. Alla maratona hanno partecipato circa cinquecento persone. Sono gli atleti provenienti da tutti gli angoli del Kazakhstan, così come podisti da più di 10 paesi nel mondo. Ognuno ha scelto una distanza secondo le proprie forze – 15, 35 oppure 70 chilometri.
Secondo gli organizzatori, il concetto principale e l'idea della maratona è quello di regalare alla gente la possibilità di sentirsi nomadi per almeno un paio di giorni. Nel percorso sono state inserite quasi tutte le aree steppiche, le strade di terra battuta ed i canyon.
Il montepremi della maratona era pari a circa 5,3 mila euro. Tutti coloro, che sono riusciti ad arrivare al traguardo, hanno ricevuto una speciale medaglia di legno. Più di 70 atleti sono stati premiati con diplomi e medaglie in forma di «Tumar» – l'amuleto kazako.
Astana, Zoja Oskolkova
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