Le autorità cinesi hanno permesso ai cittadini di mettere al mondo due figli. La politica del figlio unico ha portato a gravi distorsioni sociali e al malcontento della popolazione cinese. L'invecchiamento della popolazione sta procedendo a un ritmo accelerato.
Alla fine degli anni '70 del secolo scorso il governo cinese per legge ha applicato la politica di pianificazione familiare come metodo di controllo demografico. Alle coppie che vivono in città è stato vietato avere più di un bambino, mentre a quelle che abitano nelle zone rurali è stato concesso un secondo figlio solo in particolari situazioni, per esempio, se il primogenito era una femminuccia. In caso di violazione del divieto la famiglia veniva sottomessa a una pesante ammenda e altre sanzioni e penalità. Dopo l'alleggerimento della legge, alle famiglie, in cui entrambi i coniugi erano gli unici figli dei loro genitori, è stato permesso di avere un secondo figlio.
Di conseguenza, nel paese si registrano un elevato tasso di invecchiamento della popolazione, cosi come il malcontento civile di massa. Un'altra conseguenza della politica precedente è lo squilibrio di genere: tra i bambini sotto i 15 anni ci sono 118 maschi ogni 100 femmine (la Cina ha quasi 20 milioni di uomini in più rispetto alle donne), che potrebbe diventare un serio fattore sociale di destabilizzazione nel futuro.
Secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica della Cina, all'inizio del 2015 la popolazione censita in Cina (escluse speciali regioni amministrative di Hong Kong e Macao, e l'isola di Taiwan) era pari a 1, 367 820 000 persone. L'incremento naturale della popolazione nel 2014 è stato di 7,1 milioni di persone.
Pechino, Zoja Berezina
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