I cacciatori danesi più «all'avanguardia» sempre più spesso lasciano a casa i fucili e portano con loro nella foresta gli archi e le faretre con le frecce. Gli animalisti condannano la nuova «moda» dei cacciatori.
Secondo quanto riportato dalla versione online del quotidiano Copenhagen Post, dieci anni fa in Danimarca solo poche persone andavano a caccia con arco. Oggi, invece, più di 2 mila cacciatori danesi preferiscono quest'arma da caccia utilizzata principalmente nell'antichità, quando non esistevano ancora le armi da fuoco. Gli stessi cacciatori affermano, che in tal modo si sentono alla pari dei loro antenati, che di soppiatto si avvicinavano alla preda.
Nel frattempo, gli animalisti sono assolutamente contrari a un tale modo di uccidere gli animali selvatici. «L'arco è un'arma che il cacciatore sceglie in base alle proprie preferenze – dicono i biologi della Società per i diritti degli animali (Dyrenes Beskyttelse). – Se avessero pensato dell'animale, avrebbero scelto il fucile, che è il metodo più «umano» per uccidere».
I cacciatori, come spesso accade, non condividono le preoccupazioni degli attivisti dei diritti della loro preda. I rappresentanti dell'Associazione dei tiratori sono convinti che la freccia non sia meno micidiale di un proiettile: «Il fucile è troppo facile. La freccia è micidiale come un proiettile. Spariamo solo se siamo vicini agli animali e sicuri che colpiamo il bersaglio».
Tuttavia, un cacciatore danese, a prescindere dall'arma che sceglie (un arco o un fucile), prima di tutto deve ottenere la licenza di caccia rilasciata dalle autorità competenti.
Copenhagen, Zoja Oskolkova
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