La famiglia russa di cognome Antonov, residente in Lettonia, ha lanciato un appello rivolto agli attivisti, poiché solo in tal modo la famiglia poteva proteggere il nome del proprio figlio, il quale, in base alla decisione dell'Ufficio Anagrafe del paese è diventato un «cadavere".
Quando nella famiglia di Antonov è nato un bambino, i genitori hanno deciso di chiamarlo Miron, tuttavia, presso l'Ufficio Anagrafe locale hanno rifiutato di registrare il bambino con tale nome, aggiungendo la desinenza «s» al nome ( «Mirons»). Questa variante non è stata accettata dal padre e dalla madre del piccolino, in quanto assomiglia alla parola lettone «mironis» («cadavere»). Le autorità lettoni non sono state nemmeno turbate dal fatto che secondo la legge «Sulla lingua di Stato», adottata nel 1995, il nome e il cognome non possono essere modificati senza il consenso dei genitori.
Allora, la famiglia di Antonov si è rivolta all'organizzazione pubblica «Ridateci i nostri nomi!", la quale attraverso la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha cercato di ottenere giustizia. Nel corso di nove anni i giudici europei discutevano il caso, ma sono giunti alla conclusione che non era degno di esame da parte della Corte.
Secondo il deputato della Duma di Riga Ruslan Pankratov, che ha rappresentato la famiglia di Antonov presso la Corte, il rifiuto di rilascio del certificato di nascita al bambino della famiglia russa è «una grave violazione dell'articolo 8 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali». Nonostante questo, la Corte Europea ha deliberato che la decisione sul caso è definitiva e non è soggetta ad appello in alcun organo giudiziario dell'UE. Ora, Pankratov prevede di fare il ricorso direttamente all'ONU.
C'è da aggiungere che la Lettonia è la patria di circa due milioni di persone, di cui il 44% sono cittadini di madrelingua russa. La lingua ufficiale nel paese è il lettone, mentre il russo è considerato una lingua straniera. Allo stesso tempo, secondo alcune stime, circa l'80% della popolazione lettone parla la lingua russa.
Riga, Zoja Oskolkova
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